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EMERGENZA SANITARIA

Mietta in lockdown, l’altalena come aiuto

Il racconto della mamma della bimba di 7 anni affetta da un malattia rarissima. «Periodo orribile: terapie sospese e la paura che potesse contrarre il Covid-19»

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

31 Maggio 2020 - 08:42

Mietta in lockdown, l’altalena come aiuto

Mietta con la mamma

CASALMAGGIORE (31 maggio 2020) - Come può essere stata la segregazione in casa per una bambina come Mia Martelli, più conosciuta come Mietta, 7 anni, affetta da KCNQ2, un’encefalopatia epilettica ad esordio neonatale, rara malattia genetica di cui in Italia ci sono 7 casi e 180 al mondo? «Un po’ una tragedia», ha spiegato ieri Anna, la mamma di Mietta, durante una diretta Facebook decisa «per tenerci un po’ in contatto». Anna, sposata con Lorenzo, ha spiegato di aver avuto qualche problema di salute «e Mietta non ha fatto praticamente niente visto che anche la fisioterapia dell’Asl è stata interrotta, così come le visite e gli esami specialistici, che si accavalleranno più avanti. Ne avevamo tante e speriamo di farcela, visto che Mia soffre veramente il caldo. La quarantena è stata una cosa orribile perché, oltre all’isolamento che tutti abbiamo attuato, avevamo anche la paura che Mia potesse prendere il Coronavirus. E se lei dovesse prenderlo, sarebbe un po’ una tragedia perché ha già i suoi problemi respiratori e con una cosa del genere non so come potrebbe finire. Quindi abbiamo rispettato per bene tutto, non l’abbiamo preso, per fortuna, e già siamo contenti di questo».

Anna ha aggiunto di aver acquistato anche una altalena: «Abbiamo puntato a prendere cose che servissero al suo svago, perché se il lockdown non è facile per gli altri bambini, non è facile soprattutto per lei che non ha valvole di sfogo».
Per Mia, adesso, sarebbe bello «trovare un proiettore interattivo».

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