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EMERGENZA SANITARIA

Coronavirus, don Paolo Tonghini: solidarietà a don Lino

Il collaboratore parrocchiale nelle Parrocchie di Scandolara Ravara, Motta Baluffi, San Martino del Lago, Cingia de’ Botti, interviene sulla interruzione della messa celebrata a Gallignano

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

21 Aprile 2020 - 15:00

Coronavirus, don Paolo Tonghini: "Solidarietà a don Lino Viola"

Don Paolo Tonghini

SCANDOLARA RAVARA (21 aprile 2020) - “Dopo una giusta riflessione e con sguardo obiettivo, ponderando bene la situazione, riguardo al caso don Lino Viola della nostra Diocesi cremonese, mi sento in dovere di dissentire con chi gli è andato contro”. Don Paolo Tonghini, collaboratore parrocchiale nelle Parrocchie di Scandolara Ravara, Motta Baluffi, San Martino del Lago, Cingia de’ Botti, interviene sulla interruzione della messa celebrata a Gallignano da don Lino Viola, poiché celebrata alla presenza di alcuni fedeli. “Dissento sicuramente con l'arroganza e la veemenza dell'intrusione delle forze dell’ordine - scrive don Paolo sulla sua pagina Facebook -, robe e scene da dittature comuniste, vedi Cina in primis, tanto decantata anche dai nostri falsi e inadeguati politici,...dissento da chi ha fatto la "spia", perché qualcuno avrà mandato quei carabinieri, la soffiata c'è stata sicuramente, magari cattolici benpensanti e praticanti zelanti pure, che in mancanza di Eucaristia si attaccano a tutto,...dissento pure dalla nota emanata tempestivamente dal Servizio Stampa della Diocesi cremonese, emanata più per ragione pilatesca che per ragioni pastorali e nemmeno per fraternità sacerdotale, facendo risaltare così i presbiteri "fidi" del governo...occorre buon senso e fraternità: si poteva riprendere il confratello in via personale, con una telefonata o mail o pensiero scritto indirizzato a lui invece che metterlo "sulla gogna”. Questo fatto ci fa capire ancora una volta che la Chiesa, almeno italiana, non è stata in questa emergenza umanitaria una voce alternativa o profetica, ma semmai una voce comodamente piegata al potere che ben poco ha da condividere con lo stile apostolico di "parresia". Mi pare che i nostri Vescovi siano più attenti a non infrangere le limitazioni in corso, che a farsi prossimi al nostro popolo. Quante lettere o video messaggi in questo periodo ci sono stati dai nostri pastori che hanno il sentore di tante chiacchiere, ma nulla di sostanza, tanta teoria, ma per nulla utile alla nostra santificazione personale e comunitaria. Meglio il silenzio meditativo e contemplativo, piuttosto che tante chiacchiere vaneggianti e pavoneggianti”. Continua don Paolo: “Anche in questo caso di Don Lino era meglio il silenzio (che tra l'altro per altre uscite sacerdotali c'è stato eccome...il grande silenzio!!!), sarebbe stata scelta più nobile e sicuramente più autentica ed evangelica… Del resto don Lino ha ammesso la sua "debolezza" nel non mandare fuori la gente in più,...e tutti avevano i presidi sanitari necessari. Bisogna comprendere la sua onestà intellettuale e razionale, non c'è stata invece questa comprensione da parte dell'autorità civile e militare e nemmeno da quella ecclesiastica... Concludo: è più importante il Sabato o l'uomo...il Sabato è stato fatto per l'uomo o il contrario, come ci dice bene il Vangelo ....è più importante la legge, fatta da uomini, oppure l'uomo, per cui le leggi sono state fatte. Riguardo al sabato, Gesù afferma che neppure una istituzione divina come quella del riposo sabbatico ha un valore assoluto e che essa deve cedere davanti alla necessità e alla carità. E qui di carità fraterna si tratta!”, conclude don Paolo.

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Commenti all'articolo

  • zanelettig

    21 Aprile 2020 - 18:04

    Complimenti finalmente una voce che esprime il sentimento e lo smarrimento di noi cattolici davanti al silenzio e all'ubbidienza ceca dei ns Vescovi. A Roberto dico che nessuno ti obbliga e il divieto posto per il sottoscritto è ampiamente illegittimo sia sotto il profilo costituzionale che delle libertà personali che sono appunto anche quella di non andarci Stop.

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    • 1552

      21 Aprile 2020 - 19:10

      Se era illegittimo non lo avrebbero multato, viviamo in Italia e sarebbe ora che tutti rispettassero le leggi, anche i preti e i cattolici, come indicato anche dalla diocesi, non sei libero di andarci, non ci puoi andare e basta.

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      • ilgurzo2003

        23 Aprile 2020 - 21:47

        non è il prete ad aver sbagliato, ma chi è entrato in chiesa. i carabinieri dovevano invitare i fedeli ad uscire senza nemmeno rivolgere la parola al prete. questo dice la legge. il resto sono chiacchiere spacemtate o odio. fate voi, a me fanno paura entrambe

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  • albegia

    21 Aprile 2020 - 17:16

    La legge cosa prevede che si possono celebrare oggi le messe? NO, non si possono celebrare con il pubblico. Piaccia o no è cosi. Quindi finiamola e basta.

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  • 1552

    21 Aprile 2020 - 15:32

    A messa non ci si può andare. Stop

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