L'ANALISI
06 Marzo 2020 - 07:22
VIADANA (6 marzo 2020) - Sergio Rosati, l'esperto canoista viadanese che domenica scorsa è morto ribaltandosi con la propria canoa mentre scendeva lungo il torrente Taverone, in provincia di Massa Carrara, avrebbe perso la vita nel disperato tentativo di aiutare e salvare i suoi compagni d'avventura, un gruppo di bresciani che avevano deciso insieme con lui di sfidare l’impetuosa corrente del corso d'acqua. È questa la versione della tragedia che circola nell'ambiente viadanese della canoa, dove tutti sanno quanto fosse generoso e altruista. Domenica Rosati era arrivato in Lunigiana, nella zona di Licciani Nardi, con un amico di Parma per ripetere una discesa affrontata già tante volte. Il tempo e le condizioni del torrente non era dei migliori, tanto che l'amico avrebbe rinunciato all'ultimo momento alla discesa. Rosati avrebbe potuto tornare a casa, ma il destino ha voluto l’incontro con un gruppo di canoisti bresciani, decisi a non perdere l'occasione di un'avventurosa discesa. Così l'esperto canoista si sarebbe offerto di fare loro da guida e apripista, considerando la sua esperienza e la sua conoscenza del Taverone. Probabilmente nel tempo occorso per mettere in acqua le imbarcazioni, le condizioni meteo devono essere peggiorate ma ormai la decisione era presa. Il gruppo non ha fatto molta strada. Risulta infatti che dopo 500 metri tutti i canoisti bresciani si siano ribaltati e uno abbia anche sbattuto contro una roccia riportando un lieve trauma cranico.
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