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LA STORIA

Nino, morto in solitudine: ora celebrato dal nipote sindaco

Voltido, il 19enne appena partito soldato fu stroncato all’ospedale di Melzo da una broncopolmonite. Il nipote Borghetti ne ha tracciato la triste vicenda in un volume presentato nel Comune milanese

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

17 Gennaio 2020 - 08:46

Nino, morto in solitudine: ora celebrato dal nipote sindaco

Nino Cadoria

VOLTIDO (17 gennaio 2020) - Si chiamava Nino Cadoria, aveva solo 19 anni, ed è morto, solo, in un letto di ospedale in quel di Melzo, tra persone estranee, mentre invocava la mamma. Era il 15 febbraio di 79 anni fa. Così Giorgio Borghetti, sindaco di Voltido, riassume il triste epilogo della drammatica vicenda di suo zio, spirato giovanissimo solo perché non ricoverato in tempo. Una storia da lui narrata in un libro intitolato «Una madre e un figlio nel freddo inverno del 1941». Ricordi e sensazioni che l’autore ha voluto fissare per iscritto con un intento: «Il mio — spiega — vuole essere un grido contro qualsiasi guerra. Anche ora che internet è talvolta portatore di messaggi negativi e di livelli di scontro. E l’ultimo obiettivo è ricordare e onorare la vittima sacrificata sull'altare dei potenti, come avviene tuttora». Nino, conosciuto anche come Pierino, è morto di broncopolmonite dopo qualche settimana dalla partenza per il servizio militare, nella Compagnia Sanità. Borghetti ha raccontato la sua vicenda attraverso i ricordi e le lettere ricevute da sua nonna Virginia. A Melzo Borghetti ha incontrato il sindaco Antonio Fusè e la sua amministrazione comunale per presentargli il suo libro. Il primo cittadino della città metropolitana milanese ha letto il volume con grande interesse ed emozione.

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