L'ANALISI
27 Ottobre 2019 - 08:40
VIADANA (27 ottobre 2019) - La finalissima contro la Spagna vinta per 2 a 1 e poi la grande festa per i neo campioni d’Europa. Cristian Avanzi e il nipote Andrea D’Avolio, sono da venerdì sera nella élite del calcio azzurro come calciatori della Nazionale dei trapiantati che a Tours, in Francia, ha conquistato il titolo continentale nella prima edizione dello speciale torneo. «Una grande soddisfazione — spiegano i due atleti viadanesi, centrocampista il primo, ala il secondo — per una vittoria che non è solo sportiva ma che rappresenta la prova che anche dopo aver subito un trapianto di organi si possono svolgere discipline che fino a qualche tempo fa erano addirittura sconsigliate dai medici».
Eh sì, perché il calcio è uno sport di contatto e, dunque, potenzialmente pericoloso per la propria incolumità. «In effetti, il tackle era vietato — spiegano — ma non sono mancati i momenti di tensione in quanto gli spagnoli hanno provocato a provocarci e qualche scaramuccia, almeno verbale, c’è pur stata. Ma alla fine ha prevalso lo spirito di un’iniziativa che mirava a promuovere la donazione».
Il percorso agli Europei era iniziato con una vittoria sulla Spagna per 3 a 1, poi il pareggio con la Francia per 2 a 2 e, in finale, ancora gli iberici che sono andati al tappeto.
Zio e nipote - Cristian, 49enne, trapiantato di rene da 24; Andrea, 32 anni, è trapiantato di fegato da 30 anni - sono sportivi a tutto tondo in quanto nel 2001 a Kobe in Giappone e nel 2005 a Toronto in Canada hanno strappato diverse medaglie nel nuoto ai Mondiali per trapiantati come atleti dell’Aned (Associazione nazionale emodializzati). «Poi nel 2011 a Paolo Ciarsella di Ponsacco è venuta l’idea di creare una squadra di calcio e ci siamo inseriti perché ci piace questo sport».
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