L'ANALISI
15 Settembre 2019 - 19:33
CASALMAGGIORE (15 settembre 2019) - «Sono davvero felice di presiedere la celebrazione per i dieci anni della comunità cattolica ghanese di Casalmaggiore. Sono felice che la comunità parrocchiale si integri con questa semplicità e concretezza». Monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, ha aperto così la sua omelia breve quanto incisiva, stamattina, in un Duomo di Santo Stefano gremito e colorato dai vestiti della festa - tradizionali e non - indossati dai tanti fedeli originari dell’Africa presenti per un anniversario importante, annunciato dai manifesti sul sagrato e dai libretti celebrativi distribuiti a tutti: in tanti sono giunti anche dalle comunità di Reggio Emilia, che è un po’ la mamma di quella di Casalmaggiore, e di Modena.
«Ho voluto che venisse letto l’intero passo sul figliol prodigo, perché non si dia la parabola come qualcosa di già sentito. La tentazione è dire: ‘sì, il Vangelo dice cose belle, come quella del padre che riaccoglie il figlio degenere, ma poi ci sono risorse per tutti?’ Ed ecco, allora, il ‘prima noi’. La Storia ci ha divisi con il sangue, con le parole ‘il mio popolo, la mia nazione’. Ed è giusto essere orgogliosi delle proprie tradizioni e delle proprie bandiere. Ma non per fare degli altri popoli il nemico, ma per essere amici nella diversità».
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