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VIADANA. LA STORIA

Insulti e umiliazioni social, "Mai più cyberbulli"

Al S. G. Bosco la testimonianza di Paolo Picchio, padre di Carolina suicidatasi per le umiliazioni ricevute

Daniele Duchi

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01 Maggio 2019 - 08:03

Insulti e umiliazioni social, "Mai più cyberbulli"

VIADANA (1 maggio 2019) - «Le parole fanno più male delle botte. Ciò che è accaduto a me non deve più succedere a nessuno»: questo ha lasciato scritto l’adolescente Carolina Picchio di Novara prima di togliersi la vita in una notte del gennaio 2013, non riuscendo più a sopportare l’umiliazione di vedersi in un video mentre, priva di coscienza, dei suoi coetanei giocavano con il suo corpo mimando atti sessuali. Troppo pesante leggere tutti quegli insulti postati sui social che rilanciavano le immagini, migliaia di commenti da gente che la ragazza neanche conosceva, lei che neppure ricordava quel che fosse accaduto durante quella festa di un paio di mesi prima. Un clamoroso caso di cyberbullismo che è stato al centro dell’incontro svoltosi nei giorni scorsi nell’aula magna del S. G. Bosco dell’Istituto superiore Sanfelice, con la presenza di Paolo Picchio, padre della ragazza scomparsa, fondatore in suo ricordo della Fondazione Carolina e promotore della legge 71/2017, che vuole tutelare i minori con la prevenzione e il contrasto del fenomeno del bullismo online.

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