L'ANALISI
02 Dicembre 2018 - 08:50
Silvia, la mamma di Marco
CASALMAGGIORE - Il povero Marco Zani, morto a 11 anni, è stato «inghiottito da fiamme di odio», secondo Gianluigi Nuzzi, giornalista noto per le sue inchieste sul Vaticano e conduttore di Quarto grado, il programma di Retequattro che venerdì sera per i primi 25 minuti di trasmissione si è occupato della tragedia di Ponteterra. La stessa mamma Silvia, nell’intervista rilasciata a Marina Maltagliati, ha ribadito quanto spiegato, per la prima volta, a ‘La Provincia’, aggiungendo un particolare significativo: il padre, Gianfranco Zani, ora in stato di custodia cautelare, «ce l’aveva soprattutto con Marco, che era molto sensibile, buono. Aveva cercato di metterlo dalla sua parte, chiedendogli anche se volesse andare a vivere con lui. Marco però ha detto di no, ha visto che suo padre era violento e ha cominciato a dirgli ‘perché sei venuto a casa? Io non ti voglio, vai via da noi’. E lui (Gianfranco) ha capito che aveva perso». Secondo il criminologo Massimo Picozzi «l’unica strategia difensiva di quest’uomo sarà quella di sostenere che lui non sapeva che ci fosse il bambino addormentato e che voleva fare solo un gesto dimostrativo distruggendo delle cose» (Zani sostiene di non essere proprio entrato in casa, ndr). Io dubito che questa linea difensiva passi. Sembra comunque che qui sia stato messo in atto tutto il possibile per prevenire. L’unico dato un po’ incerto è perché questa donna dopo aver passato qualche giorno in una struttura protetta sia così presto tornata a casa». A noi Silvia ha detto che aveva avuto il via libera dagli assistenti sociali dopo l’emissione del provvedimento restrittivo per il marito e che la situazione sembrava tranquilla.
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