L'ANALISI
26 Novembre 2018 - 08:01
Raul Tentolini
CASALMAGGIORE (Vicobellignano) - «Per come l’ho conosciuto, in ultima analisi non credo alla tesi che Gianfranco (Zani, ndr) abbia ucciso il figlio volutamente. Potrebbe aver voluto, in modo simbolico, bruciare il materasso del letto matrimoniale, ma non arrivo a pensare che potesse essere consapevole della presenza, in casa, del povero Marco». A parlare è Raul Tentolini, 83 anni, di Vicobellignano, notissimo industriale casalasco nonché primo datore di lavoro del 53enne in stato di fermo perché indiziato di omicidio volontario, dell’incendio doloso della casa di famiglia a Ponteterra in cui il bimbo 11enne ha trovato la morte. In attesa dell’udienza di convalida del provvedimento restrittivo della libertà personale, previsto per lunedì 26 in ospedale a Cremona, con l’interrogatorio del gip alla presenza dell’avvocato difensore Fabrizio Vappina, scavando più a fondo nella vicenda è emersa questa testimonianza.
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