L'ANALISI
23 Novembre 2018 - 10:24
CASALMAGGIORE-PONTETERRA - E' stato trasferito al carcere di Cà del Ferro a Cremona in stato di fermo come indiziato di delitto (cosa diversa dall'arresto, che implica la flagranza di reato) Gianfranco Zani, il 53enne artigiano originario di Vicobellignano accusato dell'incendio della casa di famiglia a Ponteterra in cui è morto per asfissia il figlioletto 11enne Marco, alunno della scuola media Diotti di Casalmaggiore. Le porte del distaccamento della Polizia stradale di Casalmaggiore, al comando di Gaspare Liuzza, si sono aperte alle 4 del mattino di venerdì 23 novembre: una pattuglia ha portato l'uomo a Cremona, dove rimarrà in attesa della convalida dell'arresto con le accuse di omicidio volontario e incendio doloso. Zani, in tutte le ore passate nella caserma di via Porzio, non avrebbe detto nulla: neppure quando gli agenti gli hanno comunicato della morte del figlio.
Le prime evidenze raccolte nella villetta di via Torquato Tasso danno come altamente probabile che le fiamme si siano sviluppate in maniera dolosa e non accidentale: della raccolta delle prove si stanno occupando i vigili del fuoco di Viadana e gli ufficiali della polizia giudiziaria. Il fatto che si indaghi - la competenza delle sul fattaccio è della procura della Repubblica di Mantova - per omicidio volontario lascia supporre che si ritenga che l'artigiano fosse consapevole che in casa vi fosse qualcuno. Ma si tratta di un particolare tutto da verificare.
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