L'ANALISI
12 Ottobre 2018 - 08:06
CASALMAGGIORE - Se c’è un merito che va già riconosciuto alla querelle sorta attorno al destino del ‘Cristo deposto’ attribuito a Jacopino da Tradate è quello di aver stuzzicato la curiosità dell’opinione pubblica, anche di coloro che non seguono costantemente gli eventi culturali della città.
Non è un caso che in questi giorni più di un casalasco abbia varcato la soglia della chiesa di San Francesco, sempre aperta (al pari degli altri edifici sacri) per volontà del parroco, don Claudio Rubagotti, e sia andato ad ammirare la scultura. Quanti hanno osservato quest’opera quattrocentesca hanno potuto constatare quel «marmo accarezzato più che scolpito», ben descritto dalla studiosa Laura Cavazzini nell’incontro allestito al museo Diotti.
Una fetta cospicua della popolazione locale sembra decisamente contraria a cedere il ‘Cristo deposto’ al nascituro museo diocesano. In questi casi è difficile ventilare sondaggi, ma un ipotetico ‘#iostoconaraldi’ potrebbe raccogliere parecchi consensi. E’ stato, infatti, l’ex sindaco Massimo Araldi, affiancato da Ferruccio Martelli, a dirsi nettamente contrario all’ipotesi di un trasferimento a Cremona della scultura.
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