L'ANALISI
25 Agosto 2018 - 07:56
CASALMAGGIORE - Asse tra i comitati che si battono contro la chiusura dei punti nascita. E, a quanto pare, l’alleanza sconfina dall’ambito lombardo all’Emilia Romagna. Francesca Giacometti, presidente del comitato ‘Piario non si tocca’ (oltre 2500 adesioni in un mese e mezzo), spiega: «Abbiamo iniziato a stringere alleanze e a dar vita a collaborazioni. Nello specifico, con il comitato che si batte a tutela del punto nascita dell’ospedale Oglio Po e, fuori regione, con i due comitati che lottano per salvare il reparto dell’ospedale Sant’Anna di Castelnuovo ne’ Monti, in provincia di Reggio Emilia». Si tratta dello storico gruppo ‘Salviamo le cicogne di montagna’ e del neonato comitato DiNaMo (Diritto di nascita Montanara). L’obiettivo è arrivare a Roma, al ministero della Salute, dove potrebbe giocarsi la partita decisiva per i ‘piccoli’ punti nascita. «Il problema riguarda — sottolinea Giacometti — 561 reparti in tutta Italia. Per questo puntiamo a manifestazioni più corpose e significative non solo in Lombardia, ma a Roma». In attesa di delucidazioni da parte degli amministratori della Valle rispetto all’andamento dell’annunciato ricorso al Tar, il comitato di Piario rilancia l’idea che i sindaci compiano un gesto eclatante: la riconsegna delle fasce tricolori.
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