L'ANALISI
19 Febbraio 2018 - 08:18
Alessandra Faiella e Marina Massironi
CASALMAGGIORE - Un thriller può prendere corpo e convincere anche sul palcoscenico di un teatro, in un’ora e un quarto e con due sole interpreti. Lo hanno constatato i numerosi spettatori che hanno assistito al Comunale a Rosalyn di Edoardo Erba a cura del Teatro del Baratto – C.M.C – Nido di Ragno – Sara Novarese. Se il pubblico non avesse saputo in anticipo che si trattava di un giallo il colpo di scena finale avrebbe avuto un effetto ancora più potente, ma la sorpresa non è mancata di certo. Di fronte a Rosalyn, personaggio a tutto tondo, con il suo spessore fisico ed espressivo e le sue esperienze di vita vissuta, è risultato, infatti, spiazzante l’epilogo della pièce, in cui lei si rivela l’invenzione, l’alter-ego, la valvola di sfogo di Esther, una scrittrice americana accusata di un omicidio avvenuto in Canada quattro anni prima. Oltre alla trama il testo di Erba stupisce e complessivamente si fa apprezzare per l’alternanza di toni drammatici e comici, per le riflessioni cupe su certe pieghe dell’esistenza e le battute istintive e fulminanti di Rosalyn. L’efficacia dello spettacolo è anche merito delle due interpreti, Marina Massironi e Alessandra Faiella, che il pubblico conosce soprattutto per i loro trascorsi televisivi (anche cinematografici per la prima e letterari per la seconda) e che in questo allestimento ha ritrovato a loro agio nella dimensione teatrale.
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