L'ANALISI
03 Febbraio 2018 - 08:42
POMPONESCO - L’incidente del 20 luglio scorso alla Chimica Pomponesco Spa potrebbe finire in un’aula di tribunale alla luce della relazione dell’Arpa inviata alla Procura di Mantova sullo scoppio all’interno dell’azienda. È quanto emerge dalle richieste effettuate dai comitati ambientalisti ‘Noi, Ambiente, Salute’ di Viadana, Comitato intercomunale per la qualità della vita di Dosolo e il Collettivo non violento Uomo e Ambiente di Guastalla al sindaco di Pomponesco, All’Arpa di Mantova, a quella regionale, all’Ats Val Padana, alla Prefettura di Mantova e alla Procura. Nel documento viene riportata la relazione dell’Arpa a firma di Nadia Tomasini ed Emma Porro circa la presunta attività non autorizzata all’interno dello stabilimento. «L’evento incidentale — si legge nella relazione — è stato identificato dal gestore come ‘deflagrazione all’interno dell’apparecchio denominato VOMM in cui avveniva l’essiccazione delle acque di lavaggio delle autoclavi di produzione di polimeri acrilici». E ancora. «Si ritiene che il refluo sia da identificare come rifiuto pericoloso e pertanto l’attività svolta all’interno dell’impianto VOMM, seppure saltuaria, si possa ricondurre ad una attività di trattamento di un rifiuto pericoloso non descritta nel Decreto AIA e pertanto non autorizzata».
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