L'ANALISI
12 Gennaio 2018 - 13:38
PIADENA - Settimo classificato in Italia su 103 candidati, primo in Lombardia. Questo il brillante esito del progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) che ha ottenuto un finanziamento di 548mila euro in tre anni e che in alcuni mesi porterà i richiedenti asilo nelle zone delle tre Unioni di Piadena e Drizzona, Calvatone e Tornata, e Palvareta Nova (San Giovanni in Croce, Solarolo Rainerio, Voltido e San Martino del Lago) a diminuire dagli attuali 125 a 45, distribuiti in otto paesi, con un sistema di gestione diretto da parte dei Comuni. Ne ha dato notizia venerdì 12 gennaio il presidente dell’Unione di Piadena e Drizzona, capofila del progetto, Ivana Cavazzini, affiancata dagli altri sindaci: Nicola Ricci (Drizzona), Pier Ugo Piccinelli (Calvatone), Mario Penci (Tornata), Gianpietro Zaramella (Solarolo Rainerio), Fabio Valenti (Voltido) e Dino Maglia (San Martino del Lago), con il segretario comunale Maurizio Scoma. Impossibilitato ad essere presente Pierguido Asinari (San Giovanni in Croce). “Dopo l’esperienza dei Cas, i Centri di assistenza straordinaria gestiti dalla Prefettura - ha spiegato la Cavazzini - abbiamo aderito al sistema Sprar, per far in modo che i Comuni potessero gestire direttamente tutto il sistema dell’accoglienza e che progressivamente i Cas presenti nel territorio arrivassero alla chiusura, come in effetti succederà (si parla di una tempistica di circa sei mesi, nda)”. Dei 45 migranti, 11 saranno ospitati a Piadena, 4 a Drizzona, 5 a Calvatone, 5 a Tornata, 5 a San Giovanni, 5 a Solarolo, 5 a Voltido e 5 a San Martino, in strutture pubbliche e private, secondo gli accordi stipulati dagli enti locali.
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