L'ANALISI
16 Dicembre 2017 - 19:22
CASALMAGGIORE - Forse questo strumento di protesta nel mondo di internet non riesce più a mobilitare la gente. Occorre trovare forme diverse e come comitato dovremo trarre un insegnamento da quanto accaduto. Sostare in una rotatoria in pochi può non avere significato per qualcuno e forse il disagio è diventato così grande che può far perdere la fiducia di manifestare. Faremo ulteriori iniziative ma certamente non in questo modo». Paolo Antonini, presidente del comitato Trenopontetangenziale, non ha peli sulla lingua e commenta con estrema franchezza la scarsa adesione di sabato 16 al presidio sulle due sponde del ponte chiuso, prendendo atto dei numeri — 58 persone in tutto —. Ma non si sente deluso. «L’obbiettivo non era radunare folle oceaniche quanto dare un segnale di presenza su un tema su cui non si può abbassare la guardia. Per questo motivo riteniamo di aver comunque raggiunto l’obbiettivo. Ringraziamo l’on. Franco Bordo (Liberi e uguali, ndr) per aver partecipato». Citazione doverosa nel desolante vuoto di amministratori del territorio del ponte.
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