L'ANALISI
02 Dicembre 2017 - 10:08
CASALMAGGIORE - Prosegue il tour in Lombardia di Luigi Di Maio, che, sabato 2 dicembre, ha voluto lanciare un messaggio contro le «grandi opere inutili», visitando il ponte di Casalmaggiore, sul Po, che dovrebbe unire le province di Cremona e di Parma ma che è interrotto da mesi in attesa dell’avvio dei lavori per la messa in sicurezza. Se i 5 Stelle andranno al Governo, ha detto il candidato premier ai giornalisti, «non è che non si faranno più le grandi opere, non si faranno più le opere inutili. Non si sperperano i soldi dei cittadini, se andiamo al governo cominciamo a metterli dove servono». S
econdo Di Maio, «spendere miliardi in Val di Susa o per la Brebemi quando non si riescono a mettere 70 milioni per i ponti sul Po è una assurdità». Per quello di Casalmaggiore, ha spiegato, il M5S intende «chiedere di dichiarare lo stato di emergenza in modo tale che si possa fare tutto e subito, la messa in sicurezza del ponte e l’apertura lavori del nuovo ponte». «Ma allo stesso tempo chiederemo la velocizzazione delle procedure degli appalti e dell’opera, non possiamo pensare che prima del 2019 non arrivi un nuovo ponte, dobbiamo farlo velocemente anche con l’uso del genio militare, se serve».
Di Maio ha proseguito quello che definisce un 'rally' in giro per l’Italia, incontrando una cittadina della zona che ha difficoltà a portare i figli a scuola a causa del ponte interrotto, visitando il mercato agricolo, la nostra redazione e alcune attività economiche e del terzo settore della provincia di Cremona.
La tappa casalese del 'rally' di Di Maio è stata, naturalmente, anche l'occasione per parlare dei temi più caldi della politica italiana. Il vicepresidente della Camera,ha parlato del Jobs Act. «Noi lo vogliamo abolire. Crediamo che sotto i 15 dipendenti, non serva l'articolo 18 alle imprese, perché in quel caso sono a conduzione familiare. Per il resto, vogliamo ripristinarlo».
Di Maio, parlando delle elezioni politiche, ha affermato che chi vuole «fare l'inciucio, non ha e non avrà il 51% dei seggi: quindi noi saremo la prima forza politica del Paese e chiederemo l’incarico di governo». A quel punto «con responsabilità, convergendo sui temi e non scambiando poltrone, daremo un Governo a questo Paese, gli permetteremo la stabilità». E ha aggiunto che, per lui, il prossimo sarà il secondo e ultimo mandato.
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