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VIADANA

Futuro dell’ospedale, c’è il rebus dei medici di base

I professionisti poco propensi a trasferirsi all’interno del nuovo presidio che nascerà

Francesco Pavesi

Email:

fpavesi@cremonaonline.it

17 Novembre 2017 - 08:12

Futuro dell’ospedale, c’è il rebus dei medici di base

VIADANA - Progetto Pot (Presidio ospedaliero territoriale) nei locali del vecchio ospedale in largo De Gasperi, le difficoltà non mancano. Oltre alle critiche espresse dalle forze politiche di opposizione, sono forti le perplessità dei medici di base che dovrebbero trasferire la loro attività da uno studio in centro al presidio. Al momento, infatti, non sono chiare le mansioni che questi professionisti, già parecchio impegnati con il loro alto numero di pazienti, dovrebbero avere nella nuova realtà sanitaria. Peraltro i medici non avrebbero una vera e propria esigenza di trasferirsi, in quanto l’attuale sistemazione è ottimale sia per loro che per gli utenti. In queste ore i diretti interessati tacciono e preferiscono non rilasciare dichiarazioni ufficiali, anche perché sono in attesa di chiarimenti da parte della dirigenza sanitaria. Ma è facile supporre che, chiarimenti a parte, pretendano anche delle garanzie sul futuro lavoro che potrebbero, il condizionale a questo punto è d’obbligo, esercitare nell’ex ospedale. Tenendo conto che la presenza dei medici di base è una delle caratteristiche essenziali per la nascita del Pot, come ha avuto modo di spiegare lo stesso direttore generale della Asst di Mantova Luca Stucchi. Nel frattempo il sindaco Giovanni Cavatorta sta organizzando un incontro con i dirigenti dell’Asst e le forze politiche viadanesi, così come chiesto dalle opposizioni. 

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