L'ANALISI
07 Settembre 2017 - 09:33
CASALMAGGIORE - «La Corte di Cassazione il 9 marzo scorso ha ribaltato la sentenza di appello con la quale era stato respinto il ricorso di un gruppo di lavoratori dell’ex gruppo Cogeme Siderimpex contro la stessa azienda e contro la Mechel, ex affittuaria di un ramo d’azienda». A confermarlo è Simone Storti, componente della rappresentanza sindacale unitaria della Siderimpex. «Non conosco ancora i dettagli precisi del pronunciamento della Cassazione, ma ritengo che si potrà andare verso un rimborso economico alle parti ricorrenti», aggiunge Storti. Tutto «era partito tra la fine del 2010 e l’inizio del 2011 quando 25 dipendenti dell'ex gruppo industriale Cogeme Siderimpex, in fase di concordato preventivo e di arrivo della nuova realtà industriale, non firmarono il verbale individuale di conciliazione, dando poi via alla causa di impugnazione del trasferimento di un ramo d’azienda. Altri si licenziarono». I 25 contestavano il fatto che non ci sarebbe mai stato il ramo d’azienda della divisione tubi, che dunque non si sarebbe potuto affittare. Di conseguenza tutto il contratto era da annullare. Inoltre chiedevano a Mechel, che dopo 15 mesi cessò l’affitto del ramo d’azienda e lasciò Casalmaggiore, l’assunzione e una cifra come indennizzo per danni. La Cassazione ora è intervenuta sul tema del licenziamento collettivo degli operai, dando ragione ai ricorrenti.
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