L'ANALISI
06 Gennaio 2017 - 10:19
Un agente della Dia
VIADANA - Invece di imparare un lavoro con uno stage è diventato uno spacciatore, nelle mani del clan ed è finito nelle maglie della giustizia. Lo ha raccontato giovedì l’apprendista pizzaiolo assoldato come spacciatore per il clan ora al centro del processo Aemilia contro la ’ndrangheta. Al banco dei testimoni si è seduto Kostantinos Minelli, ventitreenne di origine greca residente a Viadana, diventato un pusher su proposta di Pasquale Riillo - imputato al processo - che il giovane ha conosciuto nella pizzeria dove aveva cominciato uno stage. Minelli, già condannato nel rito abbreviato, ha detto: «Quando ho cominciato a lavorare nella pizzeria ho subito capito che c’era qualcosa che non andava, c’erano i coltelli sporchi di hashish e sentivo conversazioni di un certo tipo dentro al locale. Quando chiesi cosa succedeva mi fu fatta la proposta. Riillo mi chiese di fare un lavoretto, di vendere hashish e accettai». A inerrogare il giovane è stato il pm della direzione distrettuale antimafia di Bologna, Enrico Cieri, che lo ha incalzato facendo emergere una vicenda legata allo spaccio, argomento solo sfiorato finora nel processo, ripreso più volte giovedì durante l’udienza, in un'aula gremita dal pubblico, con una delegazione della Cgil reggiana, oltre ad alcune associazioni antimafia e dagli studenti.
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