L'ANALISI
18 Giugno 2016 - 11:29
Paolo Novellini
BOZZOLO — «L’unica cosa in comune che hanno i richiedenti asilo e la persona coinvolta nell’incidente stradale è il colore della pelle. È ora di finirla di attaccare i profughi di Bozzolo perché l’accattonaggio molesto lo fanno richiedenti asilo residenti in un altro paese e gestiti da un’altra cooperativa, come mai nessuno la tira in ballo?». A sfogarsi è il presidente della Pobic Emergency Transport Paolo Novellini. «La persona rimasta vittima di un incidente, per altro non per colpa sua, è un dipendente della nostra cooperativa di nazionalità ghanese, residente a Suzzara, con regolare permesso di soggiorno e non un richiedente asilo». Sull’accattonaggio molesto davanti ai supermercati e in altre zone di Bozzolo, Novellini è categorico: «I profughi che vivono in paese non vanno in giro a chiedere soldi. Nei giorni scorsi anche il sindaco di San Martino dall’Argine Alessio Renoldi ci aveva indirettamente criticato perché due persone di colore infastidivano i suoi compaesani, siamo intervenuti e abbiamo verificato che i soggetti in questione non erano gestiti da noi. Per arginare il fenomeno ‘accattonaggio molesto o insistente’, che sia portato avanti da profughi o da altre persone, basterebbe mandare sul posto la polizia locale e far rispettare l’ordinanza anti accattonaggio», continua Novellini. «Ho richiesto un tavolo di confronto con il Prefetto di Mantova a cui dovrebbero partecipare i gestori interessati e i sindaci, coinvolti nella loro veste di responsabili dell’ordine pubblico, con l’intento di ricercare insieme le soluzioni per migliorare la convivenza».
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