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Autostrada Cremona-Mantova, Fava attacca Pestacci

L’assessore all’Agricoltura della Lombardia: conflitto di interessi per il presidente della Provincia di Mantova

Daniele Duchi

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22 Marzo 2016 - 10:41

Autostrada Cremona-Mantova, Fava attacca Pestacci

E' scontro sull'autostrada Cremona-Mantova

MILANO - “Trovo molto scorretto l’atteggiamento del presidente Pastacci – accusa Fava - che si serve in questa fase della propria carica istituzionale, a vantaggio della speculazione di un’azienda della quale è entrato a far parte nel cda e che rischia di far emergere un vero e proprio conflitto di interessi a carico dello stesso”. “Convocare i sindaci mantovani ed ingolosirli con faraoniche promesse di opere compensative da realizzarsi a corredo di un’improbabile e devastante opera pubblica è quantomeno un colpo basso”. L’assessore Fava, da sempre convinto dell’inutilità di un’autostrada fra Mantova e Cremona, si rivolge poi ai sindaci: “Sono realmente convinti dell’utilizzo dell’opera o agli stessi non vengono concesse alternative per realizzare piccoli interventi infrastrutturali, per i quali non dispongono delle adeguate risorse? Quello perpetrato da Pastacci è un vero e proprio ricatto istituzionale: tu mi dici di sì all’opera, anche se è devastante per il suo territorio e di nessuna utilità concreta, salvo che per il concessionario, che, guarda caso, rappresento; io in cambio ti realizzo rotatorie, sottopassi, interramenti, raddoppiamenti di binari ferroviari e chi più ne ha, più ne metta”. “Con la logica totalmente mercantile, che finisce per pregiudicare e compromettere seriamente i principi di autonomia amministrativa – precisa Fava - per anni non si mette il becco di un quattrino su nulla, finché, se si vuole qualche opera pubblica, si deve accettare il ricatto”. “Peraltro risulta singolare la circostanza, che parrebbe vedere tutti i sindaci favorevoli ad un nuovo tracciato del quale, francamente, ad oggi nessuno ha notizie certe”. Ma a pesare c’è anche la vicenda dei fondi necessari per l’opera, dal momento che i costi si sarebbero improvvisamente sgonfiati. “Se veramente siamo passati da un’ipotesi di costo da 1 miliardo e 150 milioni – ragiona Fava – all’attuale calcolo, che pare essere di 850 milioni, quei 300 milioni di opere di differenza a cosa servivano? Agli interessi dei costruttori? Mi chiedo: se Regione Lombardia, anche a causa mia, non avesse resistito in questi anni rispetto a quell’ipotesi di aumento dei costi, oggi avremmo buttato 300 milioni di euro pubblici in più?”. La questione è duplice. “Credo che i sindaci dovrebbero seriamente fare molta attenzione a questi aspetti, che di certo non sono marginali prima di esprimersi in modo entusiastico a favore di qualsiasi soluzione – suggerisce l’assessore lombardo -. Dispiace che a farlo sia anche qualche amministrazione per la quale il contributo del mio partito è stato significativo per l’elezione dei primi cittadini”.

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