L'ANALISI
20 Gennaio 2016 - 11:40
L'esterno della tabaccheria dove è avvenuto il tentativo di rapina
MARTIGNANA DI PO — Era sottoposto all’obbligo di firma, ma da oggi è libero. Mercoledì 20 gennaio, davanti al giudice Francesco Beraglia, ha patteggiato sei mesi di reclusione, con pena sospesa per mancanza di recidiva, l’albanese residente a Gussola che era stato arrestato dai carabinieri in quanto - nel corso di una perquisizione legata alle indagini su un tentativo di rapina in tabaccheria a Martignana Po - in casa sua era stata rinvenuta della cocaina. Si diceva 60 grammi, ma nel corso del processo è stato appurato fossero in realtà 19. Come noto, un individuo verso le 16.15 di giovedì 7 gennaio aveva assaltato il negozio con un fucile (probabilmente giocattolo). Alla reazione della titolare il rapinatore era scappato salendo a bordo di una Alfa, cui il figlio dell’esercente, nell’inseguimento, aveva rotto un finestrino. Rintracciata l’auto, i carabinieri sarebbero risaliti all’autore della tentata rapina, un italiano, che però si è difeso dicendo che la vettura non era sua, ma di un albanese, accusandolo sostanzialmente di essere lui ad avere agito a Martignana. Da lì la perquisizione: l’albanese, che ha patteggiato per la droga, nega però di avere avuto a che fare con la rapina finita male. L’operaio (in una ditta metalmeccanica di Brescia) era difeso dagli avvocati Massimo Tabaglio e Dionigi Biancardi.
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