L'ANALISI
08 Gennaio 2016 - 11:30
Giornalisti e autorità davanti al cimitero di Casalbellotto
CASALMAGGIORE (Casalbellotto) – Sono iniziate verso le 10.30 di venerdì 8 gennaio le operazioni di esumazione della salma di Arianna Zardi, la 25enne di Casalbellotto morta sotto una chiavica tra Torricella del Pizzo e Motta Baluffi fra il 30 settembre e il 2 ottobre 2001. Sul posto, oltre a una ressa di giornalisti e cameramen, il procuratore di Cremona Roberto Di Martino e il procuratore generale distrettuale di Brescia Pier Luigi Maria Dell’Osso, accompagnati dagli agenti della polizia giudiziaria, ai quali si deve la riapertura di quello che nei Paesi anglosassoni si chiamerebbe un ‘cold case’. La Procura di Cremona non crede all’ipotesi di suicidio e, come ha spiegato lo stesso Di Martino, gli esami che saranno compiuti sul cadavere di Arianna serviranno innanzitutto per cercare di capire la dinamica di ciò che avvenne. Precipitazione della giovane dal ponticello della Chiavica oppure evento violento consumatosi sotto il medesimo ponticello: terza ipotesi è che la Zardi sia caduta, ma poi sia stata ‘finita’ successivamente: ovvio che il primo obiettivo sia individuare l’eventuale responsabile dell’omicidio. De Martino parlando con i parenti ha aggiunto "non è bello dirlo, ma servirà anche un colpo di fortuna". Per questo il cadavere sarà trasportato all’istituto di Medicina legale dell’università Statale di Milano, a disposizione di un ‘pool’ di quattro consulenti tecnici: Cristina Cattaneo, medico legale presso l’istituto di Medicina legale dell’università degli Studi di Milano, nota perché si è occupata, tra gli altri, del caso di Yara Gambirasio e attualmente dell’omicidio di Mario Bozzoli, l’imprenditore di Marcheno (Bs) ucciso nella sua fonderia; Vittorio Fineschi, dell’istituto di Medicina legale dell’università La Sapienza di Roma, la collega Emanuela Turillazzi dell’università di Foggia, e Andrea Verzelletti, medico legale di Brescia. Il procuratore generale distrettuale, prima che l’esumazione prendesse il via nel cimitero – che il sindaco ha chiuso al pubblico dalle 8 alle 14 – ha voluto incontrare la sorella di Arianna, Sara, accompagnata dallo zio Lucio Ghidorzi di Viadana: a loro ha spiegato che non si lascerà niente di intentato per cercare di fare giustizia anche dopo tanti anni.
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