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VIADANA - CICOGNOLO

Delitto Gobbi, l'omicida: 'Mio cognato mi terrorizzava'

Prima udienza del processo che vede indagati, oltre a Bonazzoli (l'uomo che ha sparato), anche Infante e Dolci: le accuse sono omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere

Francesco Pavesi

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fpavesi@cremonaonline.it

25 Novembre 2015 - 09:58

Delitto Gobbi, l'omicida: 'Mio cognato mi terrorizzava'

MANTOVA - Prima udienza relativa la delitto di Giorgio Gobbi, il 43enne di Cicognolo e originario di Rivarolo Mantovano, ucciso con due colpi di fucile e abbandonato nel bagagliaio di una range Rover a Parma il 5 dicembre 2014. A processo ci sono il cognato, Luciano Bonazzoli, 48 anni, reo confesso dell'omicidio per una vicenda di debiti (l'indagato ha raccontato di essere stato terrorizzato dal fratello della moglie che pretendeva il proprio denaro e di avere per questo deciso di porre fine alla sua vita) all’interno della sua azienda di Viadana, la Luma srl , un amico che lo avrebbe aiutato, Roberto Infante, 50enne artigiano edile, noto organizzatore di eventi nella Bassa, e Edo Dolci, 50enne di Marmirolo (Mantova) un piccolo imprenditore, ritenuto responsabile di aver fatto sparire l’arma del delitto, un fucile da caccia a doppietta, ritrovato nel canale Diversivo a Soave qualche giorno dopo il delitto.

Omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere sono le accuse di cui devono rispondere i tre indagati, solo due dei quali – Bonazzoli e Infante – si trovano in carcere. Davanti al giudice per le indagini preliinari, ciascuno di loro ha scelto una strada diversa, visto che il solo Infante ha chiesto di essere processato con rito ordinario, mentre Dolci e Bonazzoli con quello abbreviato.

Prossima udienza il primo dicembre.

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