L'ANALISI
23 Settembre 2015 - 20:18
La chiesa di pieve san Maurizio
CA’ D’ANDREA (Pieve San Maurizio) - Ha assunto un significato del tutto particolare, quest’anno, la festa di san Patrizio per l’omonima Pieve, situata nel comune di Ca’ d’Andrea. Alla presenza del vescovo Lafranconi, che la sera di martedì 22 settembre ha celebrato l’Eucaristia, è stato ufficialmente sancito il nuovo utilizzo dell’antica chiesa plebana, una delle più antiche della diocesi. Obiettivo farne il centro, non solo geografico, per la vita comunitaria delle parrocchie dei comuni di Ca’ d’Andrea e Torre de’ Picenardi (quella del capoluogo e delle frazioni di Pozzo Baronzio e San Lorenzo de’ Picenardi).
Dopo anni di abbandono e degrado l’antica chiesa di Pieve San Maurizio, fondata nel 1019, ha ritrovato tutto il suo splendore, accresciuto da quel patrimonio di storia e fede che, pur con diversi rimaneggiamenti nel corso di dieci secoli di storia, si sono susseguiti. Così se l’interno ha perso il suo stile romanico per un carattere di tipo neoclassico, la facciata a capanna ancora richiama visivamente l’antica pieve romana. Altro elemento distintivo la torre campanaria, larga e massiccia, che ora è tornata a scandire, con i rintocchi delle sue campane, la vita spirituale di questo territorio.
Partecipata la solenne celebrazione che, proprio nel giorno del patrono san Maurizio, ha visto la presenza del vescovo Lafranconi. Accanto a lui il parroco, don Giampaolo Rossoni, e il collaboratore parrocchiale, don Paolo Fusar Imperatore. Presente anche don Giancarlo Bosio (residente a Torre), il vicario zonale don Claudio Rubagotti, don Enrico Maggi (amministratore parrocchiale di Ca’ d’Andrea dal 2000 al 2002) e il segretario e cerimoniere vescovile don Flavio Meani.
Ad animare con il canto la Messa la corale formata dai cori delle parrocchie di Torre e Ca’ d’Andrea insieme a Cividale e Spineda.
Un appuntamento atteso e partecipato, anche perché in molti è ancora forte il legame con questa chiesa, dove a lungo sono stati celebrati battesimi e matrimoni. Anche per questo la comunità si è mossa con generosità per rimettere in sesto l'antico edificio.
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