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CASALMAGGIORE

Tensioni al Busi: caso politico
Il cda indice un'assemblea pubblica

La minoranza di centrosinistra interviene sullo stato di agitazione del personale e intanto arriva una prima risposta dal consiglio di amministrazione

Marco Bazzani

Email:

mteschi@laprovinciacr.it

23 Settembre 2015 - 11:51

Tensioni al Busi: caso politicoIl cda indice un'assemblea pubblica

Bandiere delle organizzazioni sindacali all’ingresso della casa di riposo

CASALMAGGIORE — Anche la politica locale prende posizione in merito allo stato di agitazione del personale della fondazione ‘Busi’, che gestisce la casa di riposo. E’ il gruppo consiliare ‘Casalmaggiore la nostra casa’ a muoversi «dopo aver preso informazioni dai sindacati e dagli stessi dipendenti, raccogliendone le preoccupazioni».
Nel frattempo il cda del Busi è intervenuto nella questione: "Siamo estremamente tranquilli e stiamo preparando dossier con il quale daremo tutte le risposte alle perplessità e alle questioni che sono state sollevate. In tempi brevi convocheremo un'assemblea pubblica per avviare un confronto pubblico al quale inviteremo lavoratori e cittadini".

«E’ vero — dicono i tre consiglieri comunali della formazione di centrosinistra, Pierluigi Pasotto, Calogero Tascarella e Francesco Bini — che la casa di riposo è gestita da una fondazione, ma è anche vero che il presidente della stessa è nominato dal consiglio comunale su scelta del sindaco. Crediamo di avere tutto il diritto, in rappresentanza di quasi la metà degli elettori casalesi, di ottenere delucidazioni su quanto succede. Non è accettabile che di una situazione critica come la proclamazione dello stato di agitazione del personale si sia venuti a conoscenza solo leggendo il giornale. Ricordiamo che in consiglio comunale abbiamo votato anche noi la scelta del presidente Franco Vacchelli, nonostante ci fosse stata negata la presenza nel consiglio di amministrazione della fondazione, come in tutti gli altri enti di secondo livello, ma non siamo abituati a dare deleghe in bianco, neppure a noi stessi. Sollecitiamo perciò il sindaco (Filippo Bongiovanni, ndr) a invitare il presidente della fondazione ‘Busi’ a venire a spiegare davanti al consiglio comunale la situazione contingente, ma anche a relazionare sul bilancio dell’ente e sulle linee guida del Cda in carica per il futuro». Il gruppo Cnc si rifà alla «necessità di mantenere una correttezza di rapporti tra istituzioni, che in questo, ma anche in altri casi, sembra venuta a mancare. Non si tratta di ingerenza nell’ordinaria attività dell’ente, ma di una richiesta di informazione, doverosa almeno una volta all’anno, così come è sempre stato fatto dai precedenti Cda, e nei casi che esulano dall’ordinarietà, come ci pare sia questo ‘conflitto’ con i lavoratori».
I tre consiglieri di minoranza entrano poi più nel dettaglio: «Vorremmo capire quale sia la logica che governa la scelta unilaterale di spostare la data di erogazione degli stipendi dal 27 al 10 del mese successivo, per un risparmio di 4.000 euro annui e la quasi contemporanea rinuncia a percepire un affitto di 9.000 euro annui da parte della Camera del Lavoro, cui non è stato rinnovato il contratto di locazione dei locali nel palazzo delle Opere Pie di proprietà della fondazione Busi». Ci sono, infine, altre due questioni che ‘Cnc’ vorrebbe approfondire. «Ci piacerebbe che venissero spiegate le motivazioni per cui il Cda ha deciso di non sostituire il direttore amministrativo e anche quelle del ricalcolo al ribasso del valore di un immobile che ha determinato una ricaduta negativa di 200mila euro sul bilancio. A lasciare perplessi è che questo ricalcolo al ribasso abbia riguardato uno solo dei molti immobili che compongono il patrimonio».

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Commenti all'articolo

  • g.andreassi

    23 Settembre 2015 - 15:15

    Gira e rigira c'è sempre la politica di mezzo, anche nella gestione delle case di riposo.

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