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CASALMAGGIORE

"Busi, intervenga il sindaco"

Continua lo stato di agitazione a seguito delle tensioni con il cda dell'ente. I sindacati: il primo cittadino sia garante del futuro della struttura assistenziale e dei dipendenti

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

19 Settembre 2015 - 09:59

"Busi, intervenga il sindaco"

I sindacalisti Negri, Dusi e Corbari

CASALMAGGIORE — «Chiediamo che il sindaco di Casalmaggiore incontri le organizzazioni sindacali insieme al consiglio di amministrazione della casa di riposo, facendosi garante del futuro della struttura e degli operatori che vi lavorano». Questa la richiesta illustrata nel pomeriggio di venerdì 18 settembre, dopo l’assemblea del personale, dai tre sindacalisti segretari generali che seguono le vicende della Fondazione ‘Conte Carlo Busi’: Sabrina Negri (Cgil-Fp), Roberto Dusi (Cisl-Fp) e Fulvio Corbari (Uil-Fpl). «A luglio, abbiamo proclamato lo stato di agitazione, che continua, vista la situazione. Siamo fortemente preoccupati in relazione alla attuale gestione dell’ente. Fin dall’insediamento del nuovo cda abbiamo dato la massima disponibilità ad affrontare problemi sia di natura economica che organizzativa attraverso lo strumento della contrattazione, in coerenza con la nostra storia e con il nostro agire nel territorio che ci ha visto protagonisti nel raggiungimento di importanti condivisi con chi ha avuto il coraggio di assumere, responsabilmente, un atteggiamento chiaro, trasparente e rispettoso dei lavoratori, che noi rappresentiamo, e degli ospiti». I sindacalisti ricordano che gli amministratori della fondazione «sono stati nominati dalla politica per assumere decisioni su un patrimonio del territorio che eroga un servizio di pubblica utilità, frutto dei lasciti di cittadini casalaschi». Era necessario «condividere gli obiettivi economici ed organizzativi attraverso la pianificazione di progettualità nelle quali fossero chiaramente indicati i risultati attesi e le finalità degli interventi previsti, dedicando una particolare attenzione alle possibili sinergie con altre strutture del territorio casalasco, nell’ottica dell’abbattimento dei costi. Altrove è stato fatto con ottimi risultati, ad esempio a Soncino-Romanengo o a San Bassano e Pizzighettone». Un percorso che «ci risulta proposto da altre fondazioni ma non preso in considerazione, vedi direzione amministrativa e sanitaria, farmacia, lavanderia, acquisto di farmaci. Purtroppo la disponibilità enunciata in prima istanza dal presidente non ha trovato riscontro. Certo occorrono capacità di analisi, di progettazione, di confronto e di ascolto». I sindacalisti contestano «la scelta unilaterale di spostare la data di erogazione degli stipendi dal 27 al 10 del mese successivo per un risparmio di 4000 euro annui nonostante i tentativi fatti al tavolo di conciliazoine tenuto il 5 agosto in prefettura. Tutto ciò a fronte di un bilancio che risulterebbe in pareggio se non avessero proceduto al ricalcolo al ribasso del valore di un immobile (Casa Fontana) determinando una ricaduta negativa (per 200mila euro) sul bilancio). Perché — si chiedono i sindacalisti — il presidente ha annullato gli incontri con il personale per spiegare le ragioni di tale scelta?».

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