L'ANALISI
12 Settembre 2015 - 11:06
I volontari dell’associazione ‘New Tabor’ e alcuni congolesi
CASALMAGGIORE — «Un misto di amore e di rammarico per un Paese di gente davvero ospitale e altruista ma che ancora fatica ad alzare la testa per riscattarsi dalla miseria». Questi i sentimenti vissuti dai volontari che hanno dato vita alla missione umanitaria in Congo organizzata, a partire dall’11 agosto, dall’associazione New Tabor guidata da don Paolo Tonghini. Missione che ha visto un grande impegno preliminare con la raccolta di fondi denominata ‘Congoliamo 2015’. «Il nostro gruppo — raccontano i volontari — era composto da due studenti di medicina, Madda e Lorenzo, da due educatori appassionati di sport, Marika e Manuel, da un architetto e la sua compagna, Angelo e Anna, da un tecnico informatico, Alessandra e da una giovane giurista, Martina; alla guida del gruppo padre Paul, parroco studente a Roma, originario di Bukavu e incaricato di coordinare il gruppo da don Paolo, assente per motivi di salute». Il gruppo è partito carico di farmaci da donare agli ospedali. Prima tappa a Kigali: «Il giorno successivo dopo interminabili pratiche burocratiche siamo riusciti a ritirare i pacchi del nostro cargo aereo con viveri per l’ospedale, materiale medico e computer». Il giorno seguente l’arrivo a Bukavu con la consegna dei farmaci al centro BDOM che coordina e gestisce i 13 ospedali dell’arcidiocesi di Bukavu. I volontari, tra Muresa e Kalehe, hanno poi visitato sei ospedali annotando le necessità più urgenti, altri hanno fatto rilievi sulle strutture terremotate della parrocchia di Kalehe. Alessandra ha consegnato il materiale informatico, ha avviato un corso di informatica per giovani e ha studiato il software di gestione dell’ospedale generale di Bukavu per implementarlo. ‘Marti’ invece ha studiato la situazione delle donne violentate e dei bambini soldato. Nel frattempo Manuel e Marika hanno intrattenuto le folle oceaniche di bambini di Kalehe con attività ricreative e giocando a pallone con le squadre del posto. «Ora la missione prosegue nelle nostre menti cercando soluzioni per portare o migliorare i servizi elementari di accesso all'acqua potabile, accesso alla corrente elettrica, sanità, nutrizione, istruzione e giustizia».
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