L'ANALISI
29 Agosto 2015 - 11:31
La riunione dei sindaci del casalasco
SCANDOLARA RAVARA — Il territorio casalasco pronto all’accoglienza. E’ stato raggiunto nel tardo pomeriggio di venerdì 28 agosto, dopo un incontro di circa due ore della Consulta dei sindaci tenuto in sala consiliare a Scandolara, l’accordo per la stesura di un documento volto all’accoglienza dei profughi anche nel Casalasco. Numericamente ne arriveranno tra gli 80 e i 120, ossia tra il 2 e il 3 per mille della popolazione residente. Attualmente ne sono già ospitati 43: 27 a Rivarolo del Re, 6 a Canove de’ Biazzi, 6 a Castelponzone e 5 alla Casa dell’accoglienza di Casalmaggiore. Alla riunione erano presenti quasi tutti i Comuni con i sindaci o i loro delegati: unici assenti Calvatone, Tornata e Voltido. «Non è dato sapere — spiega Velleda Rivaroli, presidente della Consulta e sindaco di Scandolara — quale sia la linea degli amministratori assenti. Quando manderemo la bozza di accordo, sapremo cosa pensano». Oltre agli amministratori comunali, era presente anche Katja Avanzini, direttore del Consorzio Casalasco dei Servizi Sociali, ente che sarà coinvolto in prima linea nelle procedure di arrivo. Le richieste emerse ieri sono ben precise: «Noi sindaci vogliamo essere coinvolti nelle procedure di arrivi, anche quando i profughi soggiorneranno in immobili privati. Occorre la massima trasparenza in tutte le operazioni, nell’ottica della massima condivisione. Il sindaco deve essere in prima linea anche per dare risposte ai cittadini, non vogliamo più essere bypassati». L’altro punto importante è l’individuazione del Concass come ‘raccordo’ tra la Prefettura e i gestori del’ospitalità ai profughi che, al momento, i primi cittadini hanno individuato in Caritas, cooperativa Nazareth e cooperativa Il Sentiero. Il Consorzio potrà servire anche per il reperimento degli immobili. «Non vogliamo che il privato sfrutti queste persone per fini di lucro, per questo Prefettura, cooperative, Concass e sindaci dovranno relazionarsi continuamente». Il documento verrà steso entro i primi giorni della settimana entrante, sarà inviato in bozza ai sindaci per l’approvazione ed entro sabato prossimo spedito in Prefettura. Nella prima settimana di settembre, dunque, si sapranno i ‘numeri’ dei singoli paesi. «Ovvio che un Comune da 600 abitanti non potrà ospitarne 50, il tutto sarà commisurato alle dimensioni del singolo centro anche perché la permanenza sarà tra i 12 e i 18 mesi. Al momento immobili comunali pronti non ce ne sono. Noi sindaci abbiamo già contattato i parroci per verificare le eventuali disponibilità delle case parrocchiali. Le verifiche sono in corso, i tempi dovranno essere molto stretti perché il prefetto Paola Picciafuochi, visto il massiccio numero di arrivi, ha manifestato una certa urgenza».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris