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CASTELDIDONE

Allevamento minacciato da un branco di cinghiali

Il sindaco scrive al presidente della provincia: danni, rischi per gli animali, pericolo per gli automobilisti e possibili problemi di carattere sanitario

Francesco Pavesi

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fpavesi@cremonaonline.it

11 Agosto 2015 - 08:46

Allevamento minacciato da un branco di cinghiali

Un branco di cinghiali

CASTELDIDONE - Il sindaco di Casteldidone Pierromeo Vaccari ha scritto una lettera al presidente della Provincia Carlo Vezzini e al responsabile della sanità pubblica veterinaria Maurilio Giorgi (e per conoscenza ad Andrea Azzoni) per segnalare la pericolosità di un gruppo di cinghiali.

«In questi giorni - scrive Vaccari - sono stato contattato dal titolare dell’Allevamento Canovetta posto nel territorio comunale di Casteldidone al confine con il Comune di Martignana Po. Il signor Savio lamenta che nei pressi di detto allevamento di maiali di sua proprietà esiste un nutrito gruppo di cinghiali che sempre più pericolosamente si avvicina all’azienda. Nel sopralluogo che personalmente ho svolto ho constatato i gravi danni alle colture del mais e notato i resti organici a pochi metri dai capannoni dell’allevamento. La mia principale preoccupazione però è il constatare che questo gruppo di cinghiali (parliamo di 15-20 animali) soggiorna a non più di 200 metri dalla statale Parma-Brescia in un tratto rettilineo dove le vetture sfrecciano a forte velocità ignare del possibile pericolo». La seconda preoccupazione, aggiunge il sindaco (che tra l’altro conosce bene la materia essendo veterinario) «è di carattere sanitario. Infatti l’Allevamento Canovetta produce maiali per la D.O.P. con un rigido e controllato programma sanitario che si basa su vaccinazioni cadenzate e ogni maiale è controllato per certificare la salubrità della carcassa. Questi cinghiali, che non sappiamo se siano portatori di patologie, potrebbero rompere la catena sanitaria e fare da vettore per malattie portando conseguentemente all’esclusione delle carcasse dal circuito alimentare con un danno incalcolabile per l’allevatore. In questo caso chi pagherebbe il danno?». Un ulteriore problema «è la pericolosità di questi animali quando hanno le nidiate».


Il primo cittadino chiede ai destinatari della sua sua missiva «che cosa si può fare. Come sindaco in questo momento mi sento impotente non essendoci ancora ne’ un piano regionale ne’ un piano provinciale sull’argomento che potrebbe comprendere azioni di cattura e successiva liberazione in zone collinari con habitat più adatti ai cinghiali o, come ultima ratio, l’abbattimento degli stessi».

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