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Irpef, aumento dell’addizionale

Invariata tutta l’altra tassazione

maria grazia teschi

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23 Luglio 2015 - 10:30

Irpef, aumento dell’addizionale

Il banco della giunta

GUSSOLA — Iniziata alle 18.30, si è conclusa alle 23 e 11, martedì sera, la seduta del consiglio comunale che ha approvato, con il voto contrario della minoranza, il bilancio di previsione 2015. All’inizio della riunione il capogruppo di minoranza Marino Chiesa è tornato alla carica lamentando il numero, a suo avviso eccessivo, di punti all’ordine del giorno (19), chiedendo di stralciare i sei relativi ai regolamenti, ma il sindaco Stefano Belli Franzini ha replicato: «Abbiamo deciso di non modificare il programma, anche perché quasi tutti i punti in discussione sono collegati al bilancio». Quanto alle decisioni preliminari all’approvazione del bilancio, comunicate dal primo cittadino e dall’assessore al Bilancio Pier Luigi Franchi, l’amministrazione comunale ha deciso l’aumento dell’aliquota dell’addizionale comunale all’Irpef nella misura dello 0,25 per cento rispetto al 2014, fissandola a 0,65 punti percentuali. Esentati ancora i cittadini aventi un reddito annuo pari o inferiore a 7.500 euro. Franchi ha spiegato che «l’aumento dell’addizionale è indispensabile per garantire il pareggio di bilancio mantenendo l’erogazione dei servizi» e ha osservato che l’aliquota «è ampiamente nella media». Belli Franzini: «Una scelta meditata anche se non piacevole, dopo l’analisi delle spese — e ne abbiamo tante visto il numero dei servizi presenti — e il calo dei trasferimenti statali, pari a 57mila euro. Stiamo lavorando perché dal 2016, grazie alla razionalizzazione della spesa, possibile con una revisione accurata dei costi di gestione del nostro ente, ci possano essere dei ritorni positivi». Un riferimento alla riqualificazione energetica del palasport, che «da solo comporta 29mila euro di spesa all’anno di gas» e al riscatto con rifacimento della illuminazione pubblica mediante l’uso dei led: «Il costo attuale per consumi e manutenzioni ammonta a 94.069 euro l’anno. Non capiamo perché questa revisione di costi non sia stata fatta prima, quando peraltro il Comune non era sottoposto al patto di stabilità, qui introdotto nel 2013». «Non siamo d’accordo — ha osservato Chiesa —, questo è un aumento delle tasse, che noi non abbiamo effettuato, tranne il passaggio dallo 0,2 allo 0,4 nel 2002. Avevate peraltro detto che sarebbe stato giusto confrontarsi in via preliminare, ma i cittadini apprendono di questa decisione solo stasera». Il sindaco ha fatto notare che «nel ragionamento bisogna essere obbiettivi e ricordare che il contesto del 2002 e anche degli anni scorsi è ben diverso da quello attuale». Il maggiore introito atteso dall’Irpef è di 70mila euro. Voto contro della minoranza, che ha invece approvato le tariffe e le aliquote della Imposta Unica Comunale e della Tari, rimaste invariate. Diversi punti sono stati illustrati sotto il profilo tecnico dal segretario comunale Anna Maria Bianca Arcuri, dal funzionario Denis Torri e da Mauro Salvagni dell’ufficio tributi.

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