L'ANALISI
14 Luglio 2015 - 11:36
Giuseppe Torchio sindaco di Bozzolo
BOZZOLO — E’ stata fissata a mercoledì 30 settembre, l’udienza di appello presso il tribunale di Brescia nel procedimento che vedrà il sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio in aula per proseguire la tormentata vicenda dell’ineleggibilità. Il primo cittadino è già stato dichiarato ineleggibile lo scorso 20 marzo dal tribunale di Mantova perché secondo i giudici al momento della presentazione della candidatura era ancora consigliere comunale di Spineda. In base all'articolo 60 del Testo unico sugli enti locali Torchio avrebbe dovuto dimettersi 29 giorni prima dal giorno delle elezioni. Dimissioni che al protocollo del Comune cremonese non sono mai state presentate. Prima di quella data, però, in Parlamento ci sarà la votazione di un emendamento ad decreto legge sugli enti locali che potrebbe ribaltare le carte in tavola. L’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) ha presentato 61 emendamenti, tra cui quello secondo cui la disposizione del Tuel «non si applica qualora i soggetti siano cessati per la scadenza del termine stabilito dalla legge». La disposizione, secondo il testo dell’emendamento, dovrà essere retroattiva dalle elezioni del 2014 e dunque potrebbe salvare Torchio e altri dichiarati ineleggibili. Gli emendamenti sono stati presentati la scorsa settimana e nei prossimi giorni avranno quattro passaggi istituzionali: alla Commissione del Senato e della Camera e nei rispettivi rami del Parlamento. La votazione definitiva sarà lunedì 27. La minoranza ‘Noi di Bozzolo’, che con il suo ricorso aveva dato il via all’iter giudiziale, apre a forti polemiche attraverso la portavoce Sara Malagola e l’avvocato dei ricorrenti Cedrik Pasetti. «E’ deprimente constatare la mancanza di lealtà politica e di rispetto nei confronti della cittadinanza del Pd e dell’Anci che propongono un emendamento ad personam nel decreto enti territoriali da convertire in sordina entro luglio. Cambiano le leggi a proprio uso e consumo e per i propri interessi. Ma ancor più vergognoso è renderla retroattiva al 2014, anno della elezione di Torchio. Ci aspettiamo un sussulto di legalità e di dignità dal Pd, quel partito che con presunzione di superiorità pontifica sulla moralità di fronte al centrodestra e che ha fatto per 20 anni della questione morale la propria bandiera, salvo poi ritornare ai metodi della peggior prima repubblica. Gli stessi che minacciavano di abbandonare l’amministrazione qualora fosse chiara la mancata presentazione delle dimissioni di Torchio, quelli che giuravano sulla loro onestà intellettuale, si dimetteranno o andranno poi per il paese a spiegare alla comunità il perché rimangono sulla sedia?». «C’è gente con il complesso del buco della serratura. — commenta Torchio dalla sua pagina Facebook —. Si preoccupa persino se vai a Roma, con i soldi tuoi e senza rimborsi, modalità di servizio pubblico che mi appartiene per etica. Se poi porti a casa qualche risultato, dai ancora più fastidio. Ma che strana polemica. La norma è a livello nazionale e non riguarda certo solo il mio caso».
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