L'ANALISI
17 Giugno 2015 - 11:54
Lo speed-check in via Repubblica a Casalmaggiore
CASALMAGGIORE — A poco meno di un anno di distanza, la polizia locale di Casalmaggiore ha vinto una battaglia sul fronte dell’utilizzo degli speed-check posati sul tratto urbano dell’Asolana come contenitori di apparecchi adibiti al controllo della velocità. Uno dei giudici di pace di Cremona, Daniela Badini, nei giorni scorsi ha infatti rigettato il ricorso presentato nell’estate 2014 da un cittadino che contestava la contravvenzione recapitatagli via posta per un’infrazione rilevata il 16 luglio 2014 dall’autovelox installato nel box ‘Velo Ok’ posto in via Repubblica, in corrispondenza del vecchio macello comunale, dove c’è la palazzina adibita a sede del gruppo di protezione civile comunale. Il giudice ha ritenuto «infondate» le eccezioni sollevate e stabilito che l’utilizzo delle apparecchiature e il modus operandi della polizia locale fu corretto. Le motivazioni alla base del ricorso erano di diversa natura. Secondo il giudice, contrariamente a quanto affermato nel ricorso, la segnaletica di preavviso era regolarmente presente, nonché visibile, e non c’è inoltre bisogno di un cartello prima di ogni box. A parere dell’utente sanzionato, infatti, il segnale di avviso del controllo elettronico di velocità riporta la dicitura ‘Serie’, che non sarebbe prevista dalla legge. Per il magistrato, invece, è tutto regolare, così come non sarebbe stata dimostrata la presunta mancanza di visibilità dello ‘speed-check’ in questione che, nel giorno della sanzione, a dire del ricorrente, sarebbe stato coperto dalla siepe incolta che divide la strada dalla parallela pista ciclabile. La fotografia allegata al ricorso, però, sarebbe stata scattata solo parecchi giorni dopo la rilevazione della sanzione, quando il verbale è stato notificato. Respinta anche l’eccezione relativa alla mancata contestazione immediata: la possibilità di notifica a posteriori è prevista dal Codice della Strada. Per il giudice di pace, infine, è stato dimostrato che gli agenti della polizia locale fossero presenti in prossimità dell’apparecchiatura, condizione sine qua non per la validità degli accertamenti.
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