L'ANALISI
14 Maggio 2015 - 10:21
Alcuni ragazzi della Santa Federici impegnati nel laboratorio di riciclaggio carta
CASALMAGGIORE — «Siamo in difficoltà economiche». Non usa giri di parole Leopoldo Oneta, presidente della cooperativa Santa Federici, la struttura-gioiello che assiste una cinquantina di ragazzi disabili provenienti da tutto il Casalasco e anche dal Mantovano. «Chiediamo una mano tramite il 5 per 1000, indicando il codice fiscale 00700990195 — continua Oneta —. Per questo lanciamo un appello ai commercialisti e ai Caf, i Centri di assistenza fiscale, perché invitino i loro clienti a sostenerci». Oneta spiega il motivo della richiesta di aiuto: «Lo scorso anno siamo andati ‘sotto’ di 17mila euro, quest’anno andrà peggio, perché sforeremo di 25mila. Tra l’altro, ricominciamo, dopo la ristrutturazione interna da noi effettuata, a pagare il canone di affitto alla Fondazione Busi, per 9000 euro l’anno». Poi ci sono altri fattori che stanno incidendo in modo pesante, a partire dalla crisi: «Con le offerte, siamo sempre riusciti, sino a cinque, sei anni fa, ad avere i conti a posto. Ma nell’ultimo periodo abbiamo registrato un calo consistente degli introiti ‘liberali’». Oneta aggiunge che «anche il rinnovo dei contratti del personale ha avuto una parte». Ad incidere molto, poi, è il costo dei trasporti: «Spendiamo circa 25mila euro l’anno, ma non possiamo chiedere un impegno alle famiglie in tal senso. Abbiamo anche delle rette molto basse, pari a circa 50 euro al giorno contro i 67 di altre realtà analoghe alle nostre. Occorre sempre ricordare — osserva il presidente — che noi siamo una cooperativa sociale, non siamo una azienda. Quello che conta per noi è far star bene i nostri ragazzi». E alla Santa Federici i risultati ottenuti, grazie alla professionalità degli operatori, sono straordinari. In alcuni casi si è assistito a miglioramenti che hanno quasi del miracoloso. «Non possiamo rischiare che qualcuno dei ragazzi non possa più essere portato nella nostra struttura per motivi economici. Speriamo che vi possa essere sensibilità da parte di tutti».
La Santa Federici è nata nel 1981, quando un gruppo di famiglie, volontari e semplici cittadini, decisero di fondare la cooperativa con l’intento di rendere protagonisti della propria vita e di quella della comunità i disabili. Il nome ‘Santa Federici’ fa riferimento ad una ragazza casalasca che nonostante i suoi limiti fisici è riuscita a realizzare il suo sogno: diventare una insegnante. «Un sogno finito prematuramente — dicono alla cooperativa — ma che oggi siamo consapevoli di avere in parte realizzato, con ancora tanta strada da percorrere per valorizzare la vita delle persone disabili e delle loro famiglie».
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