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«Criticato dalla Littizzetto, ma don Gino ha fatto bene»

La rinuncia dell’ex rettore di Caravaggio 2 giorni dopo le battute in tv

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

18 Aprile 2015 - 05:00

«Criticato dalla Littizzetto,  ma don Gino ha fatto bene»

Il santuario di Caravaggio e nei riquadrati don Assensi e la Littizzetto

COMMESSAGGIO — «A don Gino è coralmente riconosciuta una grande sensibilità liturgica e musicale e a Caravaggio in pochi anni ha fatto ciò che non era mai stato fatto prima e cioè ha reso il santuario un reale luogo di preghiera e di riflessione. Dispiace che sia finito sotto i riflettori per una vicenda di scarsa importanza». Nelle parole di un confratello si riassume il pensiero della chiesa cremonese alle prese con il ‘caso’ dell’ex rettore del santuario mariano che ha rinunciato all’incarico. Gesto che ha scatenato i media nazionali in quanto la rinuncia sarebbe venuta dopo il duro attacco di Luciana Littizzetto in tv a ‘Che tempo che fa’.

Don Gino Assensi a metà febbraio era entrato nel mirino della Littizzetto per aver installato nel santuario dei ceri elettronici attivabili anche con il bancomat e la carta di credito. «Fermiamo don Gino — aveva detto ospite di Fabio Fazio — prima che dica messa in playback o cerchi le pecorelle smarrite con il Tom Tom o che benedica tutti con l’irrigatore automatico».

Il sacerdote aveva rassegnato le dimissioni due giorni dopo quella puntata, ma lo si è appreso soltanto giovedì, quando il vescovo Dante Lafranconi le ha accettate.
Certo, l’attacco è stato graffiante, come nella migliore tradizione della comica torinese, e può aver pesato sulla scelta di don Assensi. «Mi chiedo se quell’attrezzatura sia stata realizzata appositamente e in un solo esemplare per il santuario di Caravaggio — continua il confratello dell’ex rettore —: è evidente che i ceri elettronici sono realizzati da una ditta che li avrà già installati in chissà quante altre chiese ma si è parlato di Caravaggio come se fosse un’iniziativa anomala. Le cose non stanno così».
Sta di fatto che le dimissioni sono apparse come repentine, seppure dopo otto anni di servizio e dopo l’esperienza di Cicognara dove non era mancata qualche incomprensione con una parte dei fedeli. Ora si apre una nuova pagina, lontano dai riflettori.

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Commenti all'articolo

  • bvrtpt

    21 Aprile 2015 - 08:57

    Lo scandalo di Caravaggio non è quello. I ceri elettronici sono solamente l'ultimo "step" di un "messificio" che già da tempo immemore funziona come una rodata macchina da quattrini. Non è un mistero che esista una struttura amministrativa destinata alla gestione delle Messe in suffragio dei defunti, e che i servizi erogati dal Santuario siano soggetti ad un tariffario dettagliato... cosi come accade, bisogna ammetterlo, in quasi tutti gli atri Santuari sparsi per il nostro paese... avete mai provato a visitare quelli si S. Gabriele, di Loreto o di S. Pio?

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