L'ANALISI
22 Marzo 2015 - 17:55
DRIZZONA (Pontirolo) — Chi non l’ha mai vista, la prima volta resta spiazzato. Chi già la conosce, non può che restare ogni volta stupito del clima che si respira alla festa della Lega di Cultura di Piadena, giunta a conclusione dopo tre giorni di concerti, dibattiti, momenti conviviali e il minimo comune denominatore dello stare insieme. Un ‘unicum’ senza eguali, con gente in arrivo da tutta Italia e non solo. Sabato sera sotto il tendone allestito a casa di Gianfranco Azzali a Pontirolo è andato in scena con successo lo spettacolo ‘La Leggera’ di Marco Rovelli, un recital tra musica e recitazione per raccontare la vita, i valori e le rivendicazioni di un’intera classe sociale, i contadini e i carbonai, tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento. Ieri la giornata si è aperta con la presentazione del libro ‘Esigete! Un disarmo nucleare totale’, di Albert Jacquard e Stéphane Hessel, a cura di Mario Agostinelli, Luigi Mosca e Alfonso Navarra. Poco dopo mezzogiorno le note dell’‘Internazionale’, intonate dal Complesso Bandistico Cannetese, hanno dato il via al grande pranzo. Il gruppo mantovano, in precedenza, era stato a Calvatone, per un po’ di musica tra piazza Donatore del Sangue e il bar Italia, per poi fare la tradizionale tappa sotto i portici di Piadena. E la musica e i canti sono risuonati in continuazione fino a sera nella frazione drizzonese. In contemporanea, nel boschetto, tra i tavoli, anche lungo le strade di Pontirolo. Forse qui, finalmente, la scrittrice-narratrice italo-etiope Gabriella Ghermandi, si è sentita finalmente a casa, come lei stessa racconta: «Da quando sono arrivata in Italia dall’Etiopia, negli anni Ottanta, non mi sono mai sentita a casa, nonostante sia perfettamente bilingue. E’ come se non trovassi un piano su cui appoggiare i piedi. Mi mancano la terra, la tradizione popolare, la storia della gente, perché non esiste una cultura del popolo, e questo mi fa sentire fuori luogo. Questa visione di popolo, però, esiste nei canti popolari, e qui si può ritrovare». Facendo felice Giuseppe Morandi: «E’ andata bene». Anche stavolta.
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