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VIADANA

'Palasport, soldi dai privati'

Per il recupero ipotesi project financing, incontro tra società e politici

Cinzia Franciò

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cfrancio@laprovinciacr.it

25 Febbraio 2015 - 09:52

'Palasport, soldi dai privati'

Il PalaFarina crollato sotto il peso della neve

VIADANA — C’è chi vorrebbe la ristrutturazione, chi addirittura la demolizione totale con ricostruzione ex novo della struttura. Una cosa è certa: il PalaFarina continua ad agitare i sogni dei responsabili delle società sportive che si sono incontrati lunedì sera con le forze politiche che si candidano a guidare la città dopo le elezioni di primavera.


Tutti, a ruota libera, hanno espresso le proprie posizioni nel corso del dibattito coordinato dal presidente della polisportiva Giancarlo Bottoli e dalla segretaria Tiziana Zarotti: al termine, la decisione di incontrare al più presto il commissari prefettizio Isabella Alberti per chiederle di inserire nel bilancio preventivo 2015 almeno i fondi per la progettazione del recupero del palazzetto la cui copertura è crollata per il peso della neve. Oltre alle società della polisportiva era presente anche la voce della Pomì in quanto importante fruitrice dell’impianto di via Vanoni. «Purtroppo, non si può fare più di tanto — spiegano i dirigenti — ma insisteremo nel fatto che l’Alberti metta a bilancio la progettazione del recupero del PalaFarina. Nel contempo, occorrerà sollecitare il perito della Procura a fare presto in modo che si possa valutare come procedere nell’intervento». Ristrutturazione, appunto, o demolizione-ricostruzione. C’è anche chi ha ipotizzato di realizzare per il futuro due campi di allenamento in modo che gli atleti possano svolgere la preparazione in contemporanea.


Ma la grande questione rimane quella del reperimento delle risorse per l’impegnativo intervento. Coni, enti sportivi, o l’assicurazione stipulata dal Comune sembrano essere le possibilità sul campo ma si sta facendo strada un’altra idea e cioè quella del project financing ovvero l’immissione di capitali privati che insieme a quelli pubblici potrebbero coprire i costi. Come per la ristrutturazione del teatro Vittoria (oggi fiore all’occhiello della città), la gestione andrebbe in convenzione per un congruo numero di anni al privato salvo poi tornare al Comune. La strada è ancora lunga.

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