L'ANALISI
19 Febbraio 2015 - 13:15
I guardiapesca impegnati lungo il fiume Po
CASALMAGGIORE - Un convegno sull’emergenza bracconaggio che investe il Po. Si terrà sabato 21 alle 11.30 — con il titolo ‘Bracconaggio 2.0: dai problemi alle soluzioni’ — a ‘Carpitaly’, la fiera internazionale del carpfishing e della pesca al siluro nel polo fieristico di Gonzaga (Mantova). Le ultime inchieste hanno rilevato che attualmente i pescatori di frodo attivi sul Po sarebbero circa 150, organizzati in almeno 8 gruppi che si spartiscono il corso del fiume con ruoli ben precisi. Si stima che mediamente ogni gruppo sia in grado di smerciare due carichi a settimana da 20 quintali ciascuno di pescato (siluri, ma non solo) che in gran parte finisce sui mercati dell’Est. Per non parlare dei danni provocati alla fauna ittica, ai fondali del fiume a causa dei sistemi di pesca illegali — km di reti e uso di corrente elettrica — e del rischio per la salute dei consumatori (già accertato in più di un caso che il pesce è finito sui banchi italiani).
Al tavolo siederanno gli esponenti politici che si sono maggiormente impegnati sul tema, i rappresentanti delle forze dell’ordine e i referenti delle associazioni nazionali dei pescatori. L’obiettivo è dare il via a una proposta di legge in grado di tutelare maggiormente le acque del Grande Fiume. Il fenomeno dei predoni affligge il Po da oltre 10 anni. I pescatori di frodo provengono in gran parte da Romania e Albania, dove la carne del siluro è considerata prelibata e venduta a 15 euro al kg. Al fenomeno del bracconaggio viene collegato anche l’aumento di furti di motori e imbarcazioni nel tratto dal delta fino a noi. (m.baz.)
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