L'ANALISI
02 Febbraio 2015 - 19:27
La struttura del Busi che ospita la nuova sede della Guardia Medica
CASALMAGGIORE — «Chiusura di tutti i varchi d’ingresso dalle 20 alle 7 del giorno successivo, consentendo temporaneamente due soli accessi, di cui un controllato dal medico di guardia, già munito di telecamera e video-citofono, e l’altro dagli operatori dipendenti e dai volontari della Croce Rossa». Questo il primo provvedimento assunto dal consiglio di amministrazione della fondazione ‘Conte Busi’ per aumentare il livello di sicurezza all’interno della struttura protetta. Il Cda, dopo l’aggressione subita da una dottoressa della Guardia Medica il 25 gennaio scorso e la successiva protesta dell’Unione Medici Italiani, con un comunicato innanzitutto solidarizza con le cinque dottoresse della Guardia Medica e poi chiarisce quanto è stato fatto, e quanto si farà, per ovviare alla «vulnerabilità della struttura». Per quanto riguarda il passo successivo, il Cda guidato dall’ex primario della Chirurgia dell’ospedale Oglio Po Franco Vacchelli (gli altri componenti sono Angela Bini, Roberto Merlo, Gianluca Goi e Patrizio Sartori), fa appello «all’intelligenza, alla sensibilità e alla collaborazione di tutti gli operatori in attesa della soluzione definitiva». Che consisterà nel munire «gli aventi diritto di tecnologie elettroniche (pass, codici, badges e quant’altro)».
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