L'ANALISI
30 Dicembre 2014 - 16:14
Padre Luigi Brioni con alcuni giovani della sua missione in Sierra Leone
RIVAROLO DEL RE (Villanova) — «La situazione dell’Ebola in Sierra Leone il 24 dicembre rimane ancora molto tragica, nonostante le speranze. Ieri il Paese ha contato ancora 45 morti di questo virus, che purtroppo la gente porta ancora in giro nonostante tutte le raccomandazioni e precauzioni». Padre Luigi Brioni, missionario saveriano cremonese, originario di Villanova, frazione di Rivarolo del Re, esordisce così nella lettera che ha inviato ai parenti e amici a poche ore dal Natale. Si associa alle sue parole anche padre Vittorio Bongiovanni, che opera nella stessa diocesi di Makeni, e che è, anch'egli, al fianco della popolazione nonostante i tanti rischi. «Sono molte le Organizzazioni internazionali (compresa la nostra Emergency) — racconta il religioso — che aiutano sia per la prevenzione, sia per la cura, sia per l’assistenza coloro che sono in quarantena o gli orfani che hanno perso genitori e famiglie intere. La Chiesa Cattolica è molto presente nella Nazione con una capillare informazione sui pericoli dell’Ebola e sulle necessarie attenzioni da osservare da parte di tutti. Poi i sacerdoti e religiosi si danno da fare per assicurare a tutti coloro che sono in quarantena nelle loro zone il conforto del Signore insieme a cibo e soldi. La settimana scorsa pure Papa Francesco ha mandato nelle zone colpite dall’Ebola il cardinal Turkson per assicurare la sua paterna solidarietà e per darci anche una mano finanziaria». Continua nella sua missiva il saveriano: «Nella mia zona di Fadugu e per quasi tutto il nostro distretto (di colline e montagne) il virus è rimasto abbastanza lontano, ma la possibilità di facile contagio è sempre lì pronta a far nuove vittime. In questi giorni abbiamo una chiusura totale di 5 giorni della parte nord del Paese, dove siamo pure noi, per tentare di arginare il contagio, che ancora molti non riconoscono nella sua terribile realtà». Padre Brioni spiega infine: «Personalmente di salute sto bene, anche se, come vi potete immaginare, mi piange il cuore vedere la nostra gente vivere nella paura, i bimbi senza scuola e senza giochi, i mercati deserti ... Ai nostri poveri ci facciamo presenti con un po’ di carità natalizia per qualche pasto un po’ meno sobrio del solito. Ma siamo ben lontani dal risolvere la miseria del Paese di oggi e … di sempre! Alla mia Messa natalizia mi sarà di gioia grande pensarvi tutti ad adorare insieme quel Piccolo che rimane l’unico Grande della vita. E Lui non mancherà di donarci il sorriso di Dio. Con un grande abbraccio, cosa che qui ormai da mesi, insieme alle strette di mano ed al segno di pace, non possiamo più scambiarci per paura di contatti infettivi! Che Betlemme ci ridia presto la gioia della convivialità fraterna del Signore Gesù anche con la vostra preghiera. Grazie. Di tutto cuore, ed arrivederci l’anno prossimo, speriamo su questa terra!».
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