L'ANALISI
16 Dicembre 2014 - 11:34
Roberto Fiorendi e Gianluca Cuc, i due relatori
CASALMAGGIORE — Dalla tariffa puntuale all’applicazione della filosofia dei ‘Rifiuti Zero’? E’ ancora presto per dirlo, ma il territorio casalasco, sempre all’avanguardia, in provincia, in tema di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, sta quantomeno cominciando a parlarne e a interrogarsi. Per questo motivo la redazione di Casalmaggiore del nostro giornale, insieme a Casalasca Servizi Spa, organizzerà nelle prossime settimane una serata informativa aperta al pubblico che vedrà protagonisti Roberto Fiorendi e Gianluca Cuc (‘Gruppo Rifiuti Zero’), autori di una pubblicazione sull’argomento che viene presentata nel corso del ‘Tour Rifiuti Zero’.
L’incontro di Casalmaggiore, che si terrà nell’auditorium della fondazione Santa Chiara il 20 marzo (ore 21), diventerà una tappa di questa conferenza itinerante tra i vari Comuni della Lombardia. L’obiettivo non è quello di ‘sposare’ acriticamente il progetto (sostenuto ad esempio dal Movimento 5 Stelle), ma di cominciare a conoscerlo ascoltando la voce di chi ne sostiene la «fattibilità pratica» presentando casi già presenti in Italia. Gli organizzatori lavoreranno per garantire la presenza di un tecnico dell’amministrazione provinciale, cui compete la stesura del piano provinciale dei rifiuti: Casalasca Spa, poi, invierà due suoi tecnici in sala.
Come noto, Casalasca Spa, la società pubblica che gestisce il servizio, ha introdotto il nuovo sistema di raccolta porta a porta della frazione ‘secca’ dei rifiuti attraverso i bidoncini microchippati a Casalmaggiore e Piadena, ottenendo due importanti risultati con una sola azione: in primis, una parte del costo di raccolta e smaltimento viene addebitato alle utenze in base al rifiuto realmente prodotto; in secondo luogo, si sta verificando un notevole incremento nella percentuale di differenziazione che si presume porterà nei due Comuni interessati alla sperimentazione ad avvicinare l’80 per cento. Il passo ulteriore — che in teoria porterebbe la raccolta differenziata al 90 per cento (c’è chi prospetta addirittura il 95%) — sarebbe proprio l’applicazione della teoria dei ‘Rifiuti Zero’, basata sul cosiddetto principio delle cinque ‘R’: riduzione dei rifiuti, riuso, riciclo, recupero di materia, recupero in altro modo (energia). Senza entrare in troppi e astrusi dettagli tecnici, concentriamoci sugli ultimi due passaggi. Con ‘recupero di materia’ si intende l’ulteriore selezione della parte secca dei rifiuti, quella che attualmente viene inviata all’inceneritore, attraverso un trattamento meccanico-biologico chiamato TMB che recupererebbe come materia prima seconda (una sorta di sabbia sintetica che viene utilizzata nel campo delle costruzioni in plastica e in edilizia) circa il 90 per cento del secco. Di quest’ultimo, insomma, resterebbe solo un 10%, costituito da materiale non riciclabile o recuperabile. Da inviare all’incenerimento?
Secondo i fautori di ‘Rifiuti Zero’, la tecnologia moderna ha già individuato un metodo alternativo nell’ossidazione tramite acqua supercritica (Scwo): un impianto di tal genere è stato di recente (2013) inaugurato a Orlando, negli Stati Uniti. Ci fermiamo qui per non complicare troppo la lettura inoltrandoci in processi chimici e fisici: basti dire che questo sistema è nato dalla necessità della marina militare americana di smaltire i rifiuti dei sottomarini per evitare che venissero localizzati dal nemico. Si vuol saperne di più? Basta venire a Santa Chiara.
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