L'ANALISI
27 Novembre 2014 - 10:29
Un'udienza del giudice di pace di Viadana
VIADANA — Il filo a cui è appeso l’Ufficio del giudice di pace si è fatto ancora più sottile. Ieri infatti il Tar di Brescia, chiamato ad accettare o meno il ricorso dei Comuni di Dosolo, Sabbioneta, Pomponesco e Commessaggio contro il Comune di Viadana e il Ministero di Grazie e Giustizia, si è preso altro tempo per decidere rinviando la sentenza ad aprile 2015. Ma non solo. I giudici hanno revocato il decreto emanato dallo stesso tribunale amministrativo a ottobre, che sospendeva la decisione del commissario Isabella Alberti di non concedere personale comunale all’ufficio del giudice, favorendone di fatto la chiusura. Decreto, comunque, cui il Comune di Viadana non aveva dato seguito. Così una decina di giorni fa il Ministero ha preso atto della situazione venutasi a creare a Viadana decidendo la soppressione dell’ufficio.
L’udienza di mercoledì 26 novembre del Tar era l’ultima spiaggia per chi si è rivolto ai giudici per mantenere un servizio importante nel territorio ma ora, in attesa della sentenza di aprile, la palla passa in mano al presidente del Tribunale di Mantova Luciano Alfani. Due le possibilità: decretare la chiusura dell’ufficio del giudice di pace così come indicato dal ministero o lasciarlo aperto in attesa della definitiva decisione dei giudici di Brescia. Nel primo caso, stando ai tempi tecnici, il giudice di pace Giovanni Breveglieri opererebbe a Viadana più o meno sino alle vacanze natalizie e poi, da gennaio, sarebbe di sede a Mantova, con notevole disappunto di cittadini, imprese e avvocati che avrebbero molti più chilometri da percorrere per ottenere giustizia. Nel secondo caso, invece, Breveglieri rimarrebbe a Viadana in attesa della sentenza di aprile del Tar. «Il rinvio della sentenza disposto ieri a Brescia è una cattivissima notizia», dice il sindaco di Dosolo Vincenzo Madeo senza riuscire a nascondere la delusione. Sperava, così come i colleghi di Sabbioneta, Pomponesco e Dosolo, che il Tar decretasse la continuazione del servizio del giudice di pace a Viadana senza attendere oltre. Al di là della rincorsa alle sentenze, in filigrana si scorge un braccio di ferro fra il giudice Breveglieri e il presidente Alfani: non è un mistero che si trovino su fronti contrapposti, uno a sostenere le ragioni della permanenza dell’ufficio, l’altro a confutarle. In mezzo, la scelta del commissario prefettizio Alberti che rifiutando di inviare il personale per la formazione pare aver effettuato una scelta ‘politica’ e non meramente di ordinaria amministrazione secondo i compiti assegnati in sede di nomina commissariale. Opzione fortemente contestata dalla cittadinanza. Si vedrà.
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