L'ANALISI
14 Novembre 2014 - 11:12
Filippo Bongiovanni e Marco Micolo
CASALMAGGIORE — Già sull’operazione anti-abusivismo e anti-contraffazione sulla fiera di San Carlo si era registrata più di qualche reciproca stoccata. Ma è stata la discussione sugli alunni esclusi dalla mensa scolastica per via dell’insolvenza delle famiglie nel pagare le rette a riservare i toni più alti di contrapposizione, giovedì 13 novembre in Consiglio comunale, tra l’opposizione di centrosinistra che sul tema ha presentato un’interpellanza e la maggioranza di centrodestra che guida il Comune. In una sala consiliare gremita di cittadini come raramente si è visto — segno dell’interesse suscitato dagli argomenti all’esame — lo scontro è stato forte. Ed ha coinvolto anche il presidente del consesso Marco Micolo, accusato apertamente dal capogruppo dell’opposizione Pierluigi Pasotto, di essere «troppo solerte» nel voler applicare il regolamento per troncare la discussione. Applausi, mugugni e commenti a voce alta tra il pubblico hanno fatto da contorno. Pasotto, è stato spalleggiato dal neo entrato Calogero Tascarella, cui in precedenza non era stato concesso di presentare il documento, in quanto non lo aveva firmato non essendo ancora consigliere (lo è diventato a inizio seduta, in sostituzione dell’ex sindaco dimissionario Claudio Sila, cui è andato il suo ringraziamento e la stima per il lavoro fatto con entusiasmo e abnegazione. Attestato cui si sono associati Orlando Ferroni e il sindaco Filippo Bongiovanni).
L’assessore all’Istruzione Sara Valentini, chiamata a rispondere ai quesiti della minoranza ha chiarito che l’azione di recupero crediti è stata fatta «per rispetto alle famiglie che responsabilmente, nonostante il tempo di crisi, hanno sempre pagato». Quanto alla domanda se esista dispersione scolastica, ovvero bambini che una volta andati a casa per pranzo, non rientrano più nelle lezioni pomeridiane, l’assessore ha replicato: «E’ un dovere delle famiglie mandare i figli a scuola il pomeriggio e delle istituzioni scolastiche vigilare». Sui numeri la Valentini ha specificato: «Le famiglie coinvolte sono 54: 13 hanno saldato i debiti, per cifre importanti, fino a 3.500 euro, 13 bambini vanno a casa per il pasto, 18 sono rientrati regolarmente a mensa, 2 casi sono stati segnalati ai servizi sociali. Si stanno approfondendo altre situazioni, ma per la privacy non posso parlarne. Comunque tante famiglie si sono presentate spontaneamente per risolvere il problema e molti poi ci hanno ringraziato». Pasotto ha ricordato il lavoro sui piani di rientro condotto dal precedente assessore Ettore Gialdi «con 12mila euro recuperati in 6 mesi senza escludere nessuno» e poi ha contestato i numeri: «A me i casi risultano 68: 43 alla Diotti e 25 alla Marconi, tra cui 4 diversamente abili. Sì alla lotta contro i furbetti, che non sono solo immigrati ma anche stimati professionisti, ma no a mandare a casa a mangiare un bambino quando tutti i compagni sanno perché non si ferma in mensa. La mensa, poi, è tempo scuola. E quanti di quelli che la saltano poi non rientrano al pomeriggio? Risultano casi di dispersione scolastica?».
Il primo cittadino è intervenuto: «Nessun dirigente scolastico mi ha chiamato per avvertirmi. Tocca a loro farlo». Tascarella: «Quindi dà la colpa alla scuola?». Lo scambio è divenuto ancor più teso quando Pasotto ha domandato «se l’amministrazione ritenga possibile, visto che alcune mamme si sono fatte avanti, che qualcuno intervenga esternamente a pagare per mandare i bambini in mensa». Bongiovanni di rimando: «Questo lo affronteremo insieme a quelle persone non in Consiglio comunale». Al che è intervenuto Micolo: «Questo si sta trasformando in un dibattito e il regolamento prevede solo risposta dell’interpellato e la controreplica». Pasotto: «In passato si lasciava più libertà. Agli atti che non ne volete parlare».
Questione fiera, il sindaco ha rimarcato il successo della task-force: «Capisco la vostra frustrazione, ma abbiamo azzerato abusivismo e contraffazione. Abbiamo usato un approccio molto diverso e abbiamo avuto il grazie di cittadini, commercianti e associazioni di categoria, e non solo dell’Ascom. Il numero di venditori extra-lege presenti nel 2013, un centinaio, che voi contestate, è contenuto in una relazione del comandante della polizia locale datata 29 agosto in risposta a un quesito della prefettura. Il legame della criminalità organizzata dietro quei fenomeni è attestato dalla relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta sulla contraffazione e dalle indagini della Dia». Pasotto ha contestato: «Capisco che dobbiate nascondere altri insuccessi con parate propagandistiche sulla sicurezza, ma quali riscontri reali ci sono sui numeri del 2013? Una relazione di un anno dopo? Servono dati sicuri. Oltre ai 4 giorni di fiera, poi, ce ne sono altri 361. Non credo che questa sia la panacea ai mali del commercio».
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