L'ANALISI
14 Giugno 2020 - 07:00
MILANO, 13. — Giovannino Corrieri ha vinto l'ultima tappa, la Torino-Milano di questo XXXll magnifico Giro d'Italia. Il siciliano, lasciato libero da Bartali, ha saputo piazzare la sua ruota veloce davanti a quella di Ricci e di Fausto Coppi, ripetendo così il colpo dello scorso Giro di Francia quando riuscì a completare con la vittoria al Parco dei Principi, il trionfale successo della squadra italiana e del suo capitano Bartali.
I veri due eroi della giornata sono stati Leoni e Conte. Era magnifico vedere tutta la Squadra della «Legnano» e primo fra tutti Vincenzo Rossello, prodigarsi per condurre il loro capitano fino a Milano. Leoni, malconcio e febbricitante ha avuto la forza di terminare il «Giro». La folla poi all'arrivo l'ha ricompensato degnamente della sua dedizione e della sua volontà.
L'altro eroe è stato Conte. Il bianco-celeste dopo aver vinto la tappa volante di Novara è caduto malamente riportando contusioni ed escoriazioni per tutto il corpo. Con la forza della volontà anche lui è arrivato a Milano. Il vincitore del «Gran Premio Tana» ha voluto essere vicino al suo capitano nel giorno del trionfo.
La «Bianchi» infatti ha vinto con Coppi il «Giro» e il «Gran Premio della Montagna», con Conte il «G.P. Tana» per le tappe volanti e ha ottenuto anche il maggior numero di vittorie di tappa: cinque, tre Coppi e due Conte.
Il «Giro» è finito. Ora dovremmo tirare le somme. Il «Giro» è finito con la vittoria del favorito: Coppi. Il bianco-celeste però ha voluto aggiungere alla sua scontata vittoria la grande impresa delle Alpi francesi per legittimare e consacrare il suo successo. È stata questa la firma migliore per essere riconosciuto vincitore e campione senza riserve.
Ma le differenze di campione e no, di migliore e peggiore, di fortunato e sfortunato le facciamo noi, noi giornalisti, voi tifosi. I corridori sono migliori di noi e ci insegnano tante cose.
Vi racconteremo ora un episodio che dice tutto. Un ragazzetto, uno studente, dopo essersi fatto firmare una cartolina da Bartali, andò da Coppi che stava scherzando con i compagni di squadra e gli allungò timidamente la cartolina. Coppi firmò sotto il nome di Bartali e disse: «Rispettiamo l'età». Il ragazzo si fa ardito e chiede. «Ma lei è un grande campione!». Coppi lo guarda «Io? A 35 anni vorrei difendermi come si difende ancora Bartali: quello è un campione». Non facciamo nessun commento.
E tanti, tanti episodi ancora: Leoni che soccorre Conte caduto, e Logli che, senza gomme, perde il quarto post in classifica e non impreca, e Bartali ancora che toglie uno spago che s'era attorcigliato fra i raggi della ruota posteriore della bicicletta di Coppi.
Tanti e tanti episodi di sport che non è lo sport de bartaliani e dei coppisti.
Dovremmo qui ricordare tutti i migliori e i peggiori ma lo spazio ce lo vieta.
Tutti hanno meritato gli applausi che la folla ha dispensato; anche Carollo che ha saputo sfruttare una sua reale inferiorità. La grande cavalcata è finita. Finita con la vittoria di un campione che ha sempre avuto in mano la corsa e con la conferma di un altro intramontabile campione e la scoperta di un altro giovane: Astrua. Se qualche difetto c'è stato, la grande vittoria di Coppi ha fatto dimenticare tutto. E il Giro di Francia attende per riconfermare e per concedere una riprova a chi non è stato fortunato.
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