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12 novembre 1975
La risoluzione, voluta dalla strategia araba sostenuta dal blocco comunista, potrebbe far rivivere i fantasmi dell'antisemitismo e delle barbarie di cui è piena la storia recente e passata - L'Occidente ha votato contro - Le reazioni in Israele («per noi popolo ebreo questo non è altro che un pezzo di carta») - Indignazione negli Stati Uniti che potrebbero annullare le loro sovvenzioni agli organismi dell'O.N.U.
NEW YORK, 11. - L'Assemblea Generale dell'ONU ha approvato la controversa risoluzione che dichiara il sionismo «una forma di razzismo e discriminazione razziale».
Prima della votazione il delegalo israeliano Chaim Herzog aveva strappato una copia del testo della risoluzione affermando: «Per noi, popolo ebreo, questo non è altro che un pezzo di carta e lo tratteremo come tale».
L'Assemblea ha ratificato la risoluzione con 72 voti contro 35 e 32 astensioni.
Parlando dopo la votazione, il delegalo israeliano ha detto che questa risoluzione porta con sè terrificanti conseguenze, ed ha aggiunto che le Nazioni Unite sono state trascinate al loro più basso punto di discredito da una coalizione di dispotismo e razzismo.
Prima che si procedesse alla votazione il delegato israeliano aveva parlato contro il testo di risoluzione rammentando che il giorno in cui esso è stato presentato all'Assemblea, il 10 novembre, è il 37° anniversario della famosa «notte dei cristalli» del 1938 quando i nazisti lanciarono le loro squadre di assalto contro le sinagoghe e i focolari ebraici della Germania, quale drammatico preludio alle catastrofi che avrebbero poi devastato l'Europa. Per gli ebrei, egli aveva detto: «Questa risoluzione è impregnata di odio, menzogna e arroganza, non ha nessun valore morale o legale».
Oltraggio alla verità afferma Nenni
Su «l'Unità» una motivata nota di dissenso
ROMA, 11. — Il sen. Pietro Nenni ha dichiarato: «L'approvazione da parte dell'Assemblea dell'ONU della condanna del sionismo come razzismo costituisce un oltraggio alla verità sancita dalla storia dei duemila anni che videro gli ebrei esposti alla costante minaccia razziale di essere tutti massacrati.
Sorprende che gli arabi abbiano creduto di servire in tale modo la causa palestinese. Sorprende ancora di più il voto dei Paesi sovietici. Ciò non serve né la pace né la causa della pacifica coesistenza dei popoli nel Medio Oriente e in tutto il mondo».
In una nota l’«Unità» scrive: «La dottrina del sionismo è, a giudizio del nostro movimento, una ideologia conservatrice e reazionaria, strumentalmente utilizzata dall'imperialismo, e tale da generare spinte aggressive, espansionistiche e discriminatorie da parte dei dirigenti dello Stato di Israele. Ma noi riteniamo che sia errato e infondato trasferire sul terreno dell'ideologia una lotta, come quella diretta a ottenere la restituzione dei territori invasi da Tel Aviv e il rispetto dei diritti nazionali del popolo palestinese, che va condotta, se vuole avere successo, sul piano politico e nello sforzo costante di guadagnare consensi e appoggi allo schieramento che lo conduce».
«Questo sia per ragioni di principio — prosegue il giornale del PCI — giacché non accettiamo l'equiparazione del sionismo con il razzismo, perché consideriamo questa sollecitazione di un voto ideologico da parte dell'ONU nociva alla stessa causa araba, la quale così non guadagna ma perde alleati proprio in quei Paesi dell'Europa occidentale da cui può venire un contributo positivo al raggiungimento di un giusto assetto di pace nel Medio Oriente. I dirigenti dello Stato di Israele e i loro sostenitori hanno ora un'occasione di più per riflettere seriamente sul fatto che tanti Paesi abbiano appoggiato — non si siano sentiti di respingere — una risoluzione che suona pur sempre condanna alla politica di conquista, di aggressione, di discriminazione».
11 Novembre 2019
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