L'ANALISI
23 Marzo 2014 - 14:20
Petrin, Benni e Brunello
La cornice, degna di nota come esempio di illuminato riutilizzo degli spazi industriali, è stata quella delle Rotative. La tela un piccolo capolavoro - e il termine non appaia iperbolico. " I mille volti di Poe", la serata crossover dedicata all'amatissimo oscuro, maledetto e sfortunatissimo Edgar Allan da Boston, rimarrà come un gioiello nella storia del JazzFest piacentino. Aldilà della singolarità del progetto, aldilà della caratura dei personaggi sul palco, l'applicazione metodica quanto creativa - e l'amalgama di queste due facce non è semplice - del contenuto musicale borderline della serata da parte di Umberto Petrin e Mario Brunello è stata magistrale. Curate, mai semplicemente didascaliche le tessiture a corredo delle letture di Benni, perfette nell'individuare e poi rafforzare il pathos specifico dei singoli momenti; assolutamente memorabili i momenti squisitamente musicali. Umberto Petrin è bravissimo. Bravissimo, originale, molto energico l'approccio alla tastiera, utilizzata tutta, sempre, fino alle ottave estreme, eppure grondante melodia, in chiaro o tra le note, in filigrana, ma sempre presente.
E non saranno sufficienti semplici lodi al violoncellista veneto, noto per aver portato il suo strumento negli angoli più incantevoli del mondo, in mezzo alla natura, protagonista ogni anno di qualche tappa sulle vette del Festival delle Dolomiti: persona cortese, musicista classico supremo, sabato si è superato attraversando, crediamo con gioia, territori inconsueti, partiture eccentriche, improvvisazioni pienamente jazzistiche. Dal silenzio al vigore del vibrato, ad aggiungere delicatamente colore ai toni più smorzati, Brunello ha estratto tutta la gamma del possibile dal suo strumento, ad arco o pizzicato. Un capolavoro. (fb)
E oggi pomeriggio un appuntamento ancora eccezionale: non capita ogni giorno di assistere ad un concerto così, in un club, a pochi metri da due grandi musicisti e da due strumenti bellissimi e inusitati.
Milestone Club - Piacenza ore 18
Andrea Dulbecco vibrafono
Luca Gusella marimba
Ingresso libero
Continua la stretta collaborazione tra Piacenza Jazz Fest e Yamaha Music Europe, sia sul fronte della scoperta di nuovi talenti, con il Concorso Nazionale “Chicco Bettinardi”, che con la p resenza di musicisti endorser Yamaha di grande levatura, presentati durante la kermesse piacentina.
In questa edizione è la volta di due fuoriclasse come Andrea Dulbecco, icona italiana (e non solo) del vibrafono e Luca Gusella, anch’egli affermato percussionista milanese, didatta e presente in svariate ed importanti manifestazioni musicali.
Gli strumenti che saranno montati sul palco del Milestone sono sempiicemente strepitosi: una marimba bassa con un suono sconvolgente, arrivata in 4 grandi colli con il corriere espresso e un vibrafono Yamaha noleggiato a Brescia dal suono cristallino e dolcissimo.
L’Aisha Duo nasce nel 1997 da una idea di Andrea Dulbecco e Luca Gusella, che già collaboravano da molti anni in varie formazioni. Il duo, attraverso l’affascinante suono del vibrafono e della marimba, vuole proporre una riflessione in musica, sia sulla musica scritta che sull’improv visazione e sulla interazione fra le due pratiche.
Questa stessa sera, alle 21.15 allo Spazio Weill (via Giordano Bruno) ,ingresso a offerta
Angelo Contini trombone e dijeridoo
Pat Moonchy voce e synth preparato
Angelo Contini come strumentista e ricercatore ha identificato la propria voce con quella del trombone collaborando con un grandissimo numero di musicisti attivi in area free jazz e della musica sperimentale. Nato nel 1952 e quindi molto giovane nei '70, ha cominciato a dare concerti in compagnia del trombettista Guido Mazzon e del percussionista Toni Rusconi, prendendo confidenza con il ruvido mondo della musica improvvisata. Ha partecipato alla storica performance "Dressoir" composta e diretta dal leggendario pianista olandese Misha Mengelberg.
Pat Moonchy
Un'esistenzialista versatile, con una personalità in continua evoluzione e la personalità versatile in costante evoluzione, che ha sviluppato un linguaggio musicale davvero personale.
Il primo contatto con la musica avviene tramite il basso elettrico basso elettrico per poi venire in contatto con la musica e la f ilosofia orientale che l'ha spinta verso il canto. Ha imparato a suonare il Theremin e si è esibita per vent'anni come DJ in tutta Europa, in particolare nel suo pub milanese, il "Moonshine", diventato il luogo simbolo dell'Avantgarde di Milano. E' membro della band Doubleganger e attualmente sta collaborando con uno dei pionieri della scena jazz italiana, il batterista Lino Liguori (classe 1927) in un coraggioso un audace duo sperimentale.
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