L'ANALISI
28 Dicembre 2013 - 23:28
I Nomadi sul palco dello Zenith (foto Osti)
CASALMAGGIORE — Sono i cinquant’anni di musica ininterrotta, l’aver inciso ‘pietre miliari’ della canzone italiana e il rapporto diretto e cordiale con il loro fedelissimo pubblico le chiavi del successo dei Nomadi. La riprova la si è avuta anche sabato sera al teatro Zenith di Casalmaggiore (che ha fatto registrare il tutto esaurito) dove la band reggiana ha fatto tappa per il loro ‘Terzo tempo tour’ in versione teatrale.
Un concerto iniziato alle 21.30 in maniera soft con ‘Stella d’oriente’ brano tratto dall’album del 2000 ‘Liberi di volare’. Al microfono che fu di Augusto Daolio, Francesco Gualerzi e Danilo Sacco c’è, ormai dal febbraio 2012, Cristiano Turato che divide l’esecuzione canora dei brani con lo storico chitarrista Cico Falzone e il bassista Massimo Vecchi. Assieme a loro sul palco Beppe Carletti, colonna portante di questo mezzo secolo di Nomadi, e Sergio Reggioli al violino e percussioni. Dopo i saluti di rito lo Zenith si scalda con ‘Ma che film la vita’ che Falzone dedica all’amico Augusto. Poi spazio a due singoli tratti dall’ultimo album ‘Terzo tempo’ ossia la canzone omonima che dal il titolo al disco e ‘Ancora ci sei’.
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