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L'Altro lato del violino

Gli Aksak Project hanno chiuso in positivo la serie di concerti al Museo civico

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

28 Settembre 2013 - 09:07

Gli Aksak Project hanno chiuso in positivo la serie di concerti al Museo civico
«Immaginatevi che questa sia una caravella che sta salpando per andare a incontrare i venti musicali di tutto il continente, dall’estremo sud fino ai paesi nordici» ha detto Achille Meazzi nel dare il ‘la’ a una serata che ha davvero navigato a vele spiegate, con il pubblico che ha riempito il cortile del museo civico (venerdì 27 ottobre) rapito per oltre un’ora e mezza — senza soluzione di continuità — dalle mescolanza di stili e di atmosfere portata da Aksak Project. Il gruppo cremonese, ormai ben noto e apprezzato anche al di fuori dei confini locali, ha suggellato comemeglio non si poteva la rassegna L’altro lato del violino al museo civico Ala Ponzone presentando un progetto originale che ha visto la band sposare i propri suoni con quelli del violino di Eloisa Manera. Questo l’organico: Achille Meazzi (chitarra, oud, saz baglama, cello, harmonium indiano, kalimba), Nico Catacchio (contrabbasso), Nicola Mantovani (sax soprano e tenore, harmonium indiano), Alberto Venturini (percussioni, clarinetto e clarinetto basso). Il programma si è aperto con un feat di Marco Turati, architetto ben noto nel panorama rock cremonese, che ha prestato la sua voce in bonvent, la canzone dal testo in vernacolo cremonese che dà il titolo all’ultimo album di Aksak e di cui il programma del concerto ha in qualche modo ricalcato la scaletta. Altro feat è stato quello di Eliana Piazzi, voce recitante in un testo di Pascoli e voce cantante nella suggestiva illunando che ha chiuso il concerto. Nel mezzo il gruppo strumentale ha sviluppato un concerto che è stato come il racconto di una storia, un storia di musica raccontata proprio così, ‘Nel Senso del Vento’, nel senso dei suoni che il vento fa propri e trasporta da una parte all’altra del pianeta. Suoni e quindi musiche che nel vento di fondono e si confondono sino al punto di perdersi per poi ritrovarsi in altre musiche, in altre storie ad altre latitudini. «Insomma —per dirla con le parole dello stesso Meazzi — raccontarvi una storia ‘Nel Senso del Vento’ è per noi come raccontarvi la nostra musica, che dal vento è nata e col vento ha attraversato mondi, genti e culture differenti». Il pubblico ha dimostrato di gradire le emozionanti sonorità di Aksak e del violino di Eloisa Manera e ha applaudito di gusto fino a ottenere dei fuori programma, nonostante il concerto sfiorasse le due ore di musica.
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