L'ANALISI
20 Luglio 2017 - 11:19
CREMONA - Infilata in un abitino blu, si fionda sui tasti dello Steinway al centro del palco e schiocca le dita per dettare il tempo di Tea for two, sostenuta da uno spericolato walking bass. Sarah McKenzie impiega un istante a conquistare la platea del Festival AcqueDotte, raccolta (mercoledì 19 luglio) nel cortile di Palazzo Trecchi, con uno swing vivace ed elegante. Non si abbassa il numero di giri con la successiva That’s it I quit, tratta da We could be lovers, vincitore dell’ARIA Music Award per il miglior album jazz. La title-track dello stesso disco - che segue in scaletta - è una ballad languida che vive attorno alle melodie della chitarra di Hugo Lippi, accarezzate dal contrabbasso di Pierre Boussaguet e dalle spazzole delicate di Sebastiaan de Krom.
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